Ha veramente dell’incredibile la modalità di divulgazione dell’ultima novità sulla sorte di due vescovi siriani rapiti ormai da un anno.
Lui, la fonte della notizia, viene presentato come “la guida spirituale dell’Islam sunnita” siriano, il gran muftì di Damasco, Ahmad Hassoun. Avrebbe appreso che i due vescovi siriani rapiti da molto tempo si troverebbero in Turchia, catturati da ceceni e servizi turchi. Lo ha fatto sapere tramite un’agenzia di stampa russa informata da quella che viene presentata come un’organizzazione filantropica, la Società Imperiale Ortodossa per la Palestina.
Noi di questa storia non sappiamo nulla. Ma sappiamo che “la guida spirituale dell’Islam sunnita” siriano, il gran muftì di Damasco, ha emesso nel marzo di questo anno una fatwa nella quale si ordina ai fedeli di andare a combattere con Assad. “Non morirete, ma sarete ricompensati da Dio.” Parole che riecheggiano quelle di altri vati del jihad, meno apprezzati in Occidente.
Quanto alla società “filantropica” che ha appreso dal muftì la notizia è una società fondata dallo zar Alessandro II per rafforzare la presenza imperiale russa in Medio Oriente, e riaperta da zar Putin. Il suo programma è chiaro: aiutare Putin a presentarsi come il protettore dei cristiani di tutto il Medio Oriente.
L’imperialismo può piacere, ma presentarlo come “filantropia” è curioso.
Il destino dei due vescovi ci sta a cuore, ma le modalità di pubblicazione di questa notizia lasciano un po’…sorpresi.