Di Elio Matarazzo
La domanda che ci dobbiamo fare è perché a distanza di anni dobbiamo ancora “scendere in piazza” per difendere la Costituzione Italiana, e l’idea di società che descrive, difendere l’azione e il desiderio di molti dei nostri padri che sono morti, per poter affermare un’idea sostanzialmente democratica della vita sociale, un programma per il futuro da costruire in Italia e in Europa.
Molti di noi sono cresciuti con una visione diversa e contrapposta al mercato, quella del socialismo e del comunismo come elemento di riscatto della parte debole della società.
“Il comunismo è la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato, quella classe della società che trae il suo sostentamento soltanto e unicamente dalla vendita del proprio lavoro, e non dal profitto di un capitale” (Karl Marx e Friederich Engel – Principi del Comunismo)
La nostra costituzione sostuene alcuni principi fondamentali della Repubblica Italiana, i diritti e i doveri dei cittadini, i valori etici e di solidarietà sociale, le libertà economiche e i diritti civili fondamentali, che derivano proprio dalla lotta partigiana, contro il regime autoritario fascista che aveva portato l’Italia al disastro della seconda Guerra Mondiale. La nostra Costituzione ha avuto un’ampia maggioranza di consensi senza che questo significasse accorti di potere lontani dalla volontà popolare.
I partiti della sinistra in questi anni, dopo il 1989, non hanno avuto la capacità di continuare a portare avanti le idee con cui molte generazioni erano cresciuti negli ultimi 100 anni, idee di sinistra aggiornate alla società moderna in continua evoluzione.
La rivoluzione tecnologica digitale, ha avuto sicuramente un ruolo importante, internet, consente lo spostamento di ingenti capitali da una parte all’altra del mondo, aumenta la capacità d’informazione e modifica quindi i rapporti sociali e il modello culturale.
La chiesa cattolica ha saputo rinnovarsi e cogliere questa domanda che sorge dalla società e ha messo a capo papa Francesco che meglio di altri sta portando avanti quelle idee che Karl Marx e Friedrich Engel hanno pensato nel XIX secolo. Papa Francesco ricorda che quando una società
«è organizzata in modo che non tutti hanno la possibilità di lavorare, quella società non è giusta».
Inoltre il Papa dichiara che é il lavoro, e non il denaro o il potere, a dare la dignità ad una persona e parla ai politici Italiani e del mondo:
«dico ai responsabili della cosa pubblica di fare ogni sforzo per dare nuovo slancio all’occupazione».
È Papa Francesco, a parlare così di lavoro oggi, con grande efficacia, non un partito della sinistra. Sostenere che la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa, contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato è un pensiero attuale presente nella nostra società attraversata dalla forte crisi economica. Lavoro ed economia sono un binomio importante, e mentre in questi giorni al Monte dei Paschi di Siena si sta ragionando su 8000 esuberi di personale, papa Francesco rinnova e rende trasparente lo IOR. Il concetto del lavoro si integra con art 3 della costituzione in cui ricorda come tutti i cittadini hanno pari dignità sociale.
Il Papa il 7 settembre, ci ha invitati a fare una giornata di digiuno e di preghiera, per la pace in Siria, appello, accolto con grande rispetto ed attenzione nel mondo.
“Mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”,
ha ricordato il Papa, con toni inusuali, gravi e solenni.
L’appello ricorda art. 11 della nostra costituzione che recita
“l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;…”
Molti di noi, compresa una delegazione di Art: 21, sono andati a Piazza San Pietro, con le nostre bandiere, per sostenere l’iniziativa del Papa che sicuramente ha dato il suo contributo a fermare il bombardamento della Siria
Il 8 luglio Papa Francesco è andato a Lampedusa dando un esempio su come testimoniare la solidarietà e dire “ no alla globalizzazione dell’indifferenza” soprattutto nei confronti degli immigrati e della parte più debole e indifesa della società internazionale.
In questi giorni sto riflettendo sull’opera di Pier Paolo Pasolini e come alcuni esponenti del PCI avevano stroncato il libro “Una vita violenta” per il racconto che l’autore aveva fatto di Donna Olimpia una strada del quartiere Monteverde a Roma. Il senatore Edoardo D’Onofrio capo del PCI Romano, in un articolo su Rinascita rammenta agli esponenti del PCI che non conoscono la realtà di come il Partito era composto anche di “Mignotte, ladri e sottoproletariato ecc…” e come il Partito comunista aveva riscattato tutte queste persone, nel famoso articolo scrive:
“Pasolini non nasconde la verità per carità di partito; dice le cose così come furono; né pretende che un momento dello sviluppo del partito nelle borgate sia lo sviluppo stesso o il risultato dello sviluppo”.
L’iniziativa del 12 ottobre è importante, laica e di sinistra promossa da Lorenza Carlassare ,Don Luigi Ciotti ,Maurizio Landini ,Stefano Rodotà , Gustavo Zagrebelsky , e ci ricordano la modernità della Costituzione Italiana con il suo messaggio moderno e attuale.
Ma la considerazione per me importante è che questa iniziativa è stata presa, non dalla chiesa che ha come prospettiva la “vita futura” , ma da delle persone di buona volontà che hanno chiesto alla Costituzione Italiana di difendere dei diritti da attuare nella nostra vita terrena. Maurizio Landini che con La FIOM ha ristabilito il principio della democrazia in fabbrica e nella società, Don Ciotti che della legalità e il rispetto della Costituzione ha fatto l’elemento fondante della sua associazione Libera, che combatte contro tutte le mafie, Lorenza Carlassare, Stefano Rodotà , Gustavo Zagrebelsky studiosi e attivi militanti per il rispetto della costituzione.
Il 12 ottobre é importante andare a piazza del Popolo a Roma, anche per sollecitare quei dirigenti della sinistra che hanno deciso di non partecipare, per una non comprensibile ragione politica, scendiamo in piazza per difendere la costituzione, la democrazia e la pluralità di opinione elementi strettamente connessi.