Pubblicate da Rosanna Alberghina e Umberto Migliorisi quarantuno anni dopo l’assassinio del corrispondente da Ragusa del quotidiano L’Ora di Palermo e de l’Unità
Quarantuno anni anni dopo la morte di Giovanni Spampinato sono state pubblicate due composizioni liriche dedicate al giornalista ucciso a colpi di pistola a Ragusa dal figlio del presidente del Tribunale della città. Era il 27 ottobre 1972 e Spampinato aveva 25 anni.
L’assassino era stato coinvolto nelle indagini per un omicidio compiuto sei mesi prima nella stessa città, un delitto oscuro che la giustizia non è riuscita mai a chiarire: l’inchiesta giudiziaria è stata archiviata trentotto anni dopo a carico di ignoti.
Giovanni Spampinato era corrispondente da Ragusa del quotidiano L’Ora di Palermo e dell’Unità e aveva segnalato in alcuni articoli che quell’uomo era stato interrogato nella prima fase delle indagini.
La prima composizione che pubblichiamo è del poeta ragusano Umberto Migliorisi, un amico di Giovanni che coordinava il quindicinnale di Ragusa L’Opposizione di Sinistra, con il quale il corrispondente de L’Ora collaborava.
L’altra lirica è di Rosanna Alberghina di San Michele di Ganzeria, il paese in provincia di Catania in cui nacque il padre di Giovanni e nel quale la famiglia Spampinato trascorreva l’estate. A novembre del 2012 il sindaco di San Michele, nel corso di un incontro pubblico im memoria del giornalista, ospitato nella sala consiliare, ha consegnato ai familiari una targa d’onore in memoria di Giovanni in cui lo ricorda come un “compaesano” ad honorem.
Primavera iblea
(per la morte di G.S.)
di Umberto Migliorisi
Bianchi rosa, verdi gialli rossi,
dissenzienti ortodossi,
tutti piansero la morte del giornalista,
chi a voce alta chiedendo: Giustizia!
Chi a denti stretti piatendo: Mea Culpa!
Ma, bene o male, l’inverno è passato.
Nessuno sa più niente
Del corpo che la terra ha macerato
più muta dell’ultimo magistrato.
Vivono gli assassini nella città tranquilla.
Il silenzio è solidale con i morti ammazzati.
Felicemente concluso il processo della coscia.
Qualche turista torna. Fra poco
Anche le rondini torneranno
A languire nel fuoco dell’estate.
(Tratto dalla raccolta Piangi che ti compro le arance, edizioni Cofine, maggio 2013)
A Cinquecentu bianca
Omaggio a Giovanni Spampinato sammichelese
vittima della mafia
di Rosanna Alberghina
A Cinquecentu bianca
Havi li porti spalancati…
U muturi e mutu
è ferma a fari stutati
Di intra
nu grandi scempiu:
lu corpu straziatu di Giuvanni Spampinatu
A Cinquecentu bianca
ora,
pari ca chiangi
ni ogni sò latu
…cu dui pistoli
e cu sei colpi
tra panza e custatu
ci strazzanu li carni
Iddu, sarvava no sò cori
na verità granni
e troppu infamanti…
nenti ci potti fari
pi putiri
a virità triunfari
campavi
pi purtari unuri a to terra natali
beddu paisanu sammicilisi
a mafia
tu vuliviti affunnari
Giuvanni Spampinatu,
grandi eroi du mè paisi
pà gentazza tinta e disgraziata
tu finisti pi esseri ammazzatu
A Cinquecentu
chiu non eppi paroli
e ristau scunfurtata
comu… ci ristau
…l’anima mia
23 giugno 2013
Leggi anche la SCHEDA di Ossigeno su Giovanni Spampinato