“Con Sara Bianchi, morta ieri ad appena 45 anni, un lutto profondo, nel dolore, colpisce con i suoi famigliari, tutta la famiglia del giornalismo italiano che aveva imparato a conoscerla e apprezzarla per le competenze e la rettitudine professionali, per la grande sensibilità umana posta al servizio della categoria. Con lei scompare un’anima candida, rigorosa e affabile, credibile, solidale di una nuova generazione del giornalismo, del sindacato e degli organismi sociali della categoria. Se n’è andata in punta di piedi, piegata da una malattia che aveva creduto di aver già sconfitto, che aveva combattuto con forza e riservatezza, con grande dignità.
E’ un dolore incommensurabile, la sua scomparsa, per il marito, collega Gaetano Gaeta, i genitori Giovanni e Silvia, il fratello Davide, i colleghi e gli amici che avevano avuto modo di conoscerla da vicino nel lavoro (prima a Telenevova poi al Sole24Ore), nell’Associazione lombarda dei giornalisti (consigliere segretario in carica), nella Fnsi (commissione contratto), nell’Inpgi (consigliere dell’assemblea generale e vicefiduciario in Lombardia). Donna e giornalista di valore e di valori, alimentati dall’esempio famigliare di una limpida cultura sociale cattolica, Sara Bianchi è davvero una bella figura del giornalismo italiano che si interroga e pone domande, che non considera mai definitivamente conclusa l’opera di proposizione di testimonianze di verità nel rispetto sacro del pluralismo e delle libertà di tutti.
I misteri della vita le hanno riservato un tempo breve, ma questo tempo Sara Bianchi l’ha occupato bene con dignità, coraggio, passione civile. Nel rimpianto per una scomparsa che appare ancora incredibile, la Fnsi si unisce con commozione al lutto del suoi cari, con un ricordo che sia di speranza e fraternità”