“In relazione a quanto sostenuto l’editore del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, nel corso del dibattito al Festival di Pisa relativamente al presunto spreco di soldi pubblici per l’editoria, il Sindacato dei giornalisti sostiene, al contrario, che per il pluralismo, per un’occupazione professionale e regolare, i soldi pubblici non sono mai uno spreco. Questi problemi non possono essere risolti solo con le grandi imprese o da capitani d’industria privata. In molte realtà, giornali in cooperativa, espressione di filoni politici e culturali, di minoranze linguistiche e degli italiani all’estero, sono assolutamente di interesse pubblico ed hanno il diritto di sopravvivere anche perché non hanno dietro di loro un reale mercato pubblicitario che possa sostenerli.
La ‘pulizia’ già decisa, in concorso con le parti sociali sui criteri delle erogazioni, va in questa direzione. Nel momento della grande crisi che ha coinvolto anche l’editoria è impensabile immaginare interventi pubblici solo per alcuni e non considerare i più deboli che non possono ragionare solo con la stretta logica del profitto. Il pluralismo è un bene assoluto che va preservato ai fini di un equilibrio di sistema che tocca allo Stato garantire”.