Ha detto Letta: “mi prendo i complimenti, li metto nello zaino e me li porto a casa”. La Stampa titola: “Obama vota la fiducia a Letta, l’Italia è nella direzione giusta”. Anche per il Corriere “Obama promuove l’Italia” e per la Repubblica che sintetizza: “Obama: Italia nella direzione giusta”.
Evento da non sottovalutare questo viaggio americano. Il presidente degli Stati Uniti è un politico pragmatico che non ama Angela Merkel, per via di quel suo tabù rigorista assurdamente ideologico, non si fida di Hollande, del quale percepisce una doppia rigidità, per aver perduto grandeur gollista e bussola socialista, né può fidarsi di Cameron, sconfessato sulla Siria dal suo stesso Parlamento. L’Italia e Letta, dunque, come partner privilegiati della politica americana nell’attuale contingenza. Magari! Giannelli,che sovrappone la faccia di De Gasperi a quella di Letta, sarebbe stato profetico.
Ma superato il jet lag e e ancora con il sapore in bocca del pranzo alla Casa Bianca e dei complimenti di Obama, il premier dovrà sbrogliare una matassa tutta italica. In sua assenza, l’alleanza neo cattolica, Alfano – Mauro, ha fatto fuori Mario Monti, ex presidente del Consiglio con la stessa maggioranza e ancora piuttosto apprezzato in Europa. Il Giornale: “Decade Monti. È stato sobriamente fatto fuori dai suoi”. Il Fatto Quotidiano: “Monti molla Scelta Civiva. Il Pd spara sulla manovra”. Corriere della Sera: “Monti e il Pd agitano il governo. Il senatore lascia Scelta Civica. Fassina pronto a dimettersi”.
Ecco le stesse notizie come le riporta a pagina 6 e 9 la Repubblica: “Lite con Mauro, Monti se ne va. Scelta Civica a pezzi, nasce il PPE”. “Monti: nei Popolari per Silvio non ci entro”. Partito Democratico: ”è alta la tensione sulla manovra. Fassina pronto alle dimissioni. Epifani con lui, manca collegialità”.
Completano il quadro altre tre notizie. Da Repubblica: “Antimafia, niente presidente per i veti incrociati. Bloccato Dellai, ora in lizza Bindi e Dambruoso”. Dal Corriere, Matteo Renzi risponde a Cazzullo sulla riforma elettorale: “Se in Parlamento si forma una maggioranza per una norma chiara e trasparente, per cui chi vince governa e non si torna ad accordicchi nelle segrete stanze, io sono il primo a festeggiare. Ma se si pensa di poter ulteriormente bloccare il paese con operazioni da prima Repubblica, senza statisti da prima Repubblica, allora sia chiaro che ci sarà il dissenso non solo mio ma della maggioranza dei senatori del Pd; come la Finocchiaro ha avuto modo di verificare in queste ore in modo riservato”. Dalla Stampa: “Con Letta fino al 2015. Berlusconi rassicura ministri e colombe”. Poi però pone le sue condizioni: “Un altro colpo ai falchi. Ipotesi di rimpasto sull’esecutivo”.
Insomma, il nuovo che avanza si è messo al lavoro. L’obiettivo è di provare ad andare alle elezioni europee del maggio prossimo tutti abbracciati: Alfano, Mauro, Giovanardi, Casini, Formigoni. Per ottenere quella benedizione dei Popolari Europei, ritenuta indispensabile per poter chiedere il voto un giorno anche per l’Italia, magari senza Berlusconi.
Purtroppo Berlusconi è ancora in vita, e quando, ieri a pranzo, i ministri colombe gli hanno fatto capire che non avrebbero lasciato il governo neppure in caso di una sua “decadenza” dal Senato, Silvio ha fatto buon viso a cattivo gioco. Bene – gli ha detto- tiriamo pure avanti con Letta fino al 2015, ma datemi un rimpasto di governo per far entrare Fitto & C. Insomma B rimane attaccato al carro e prosegue a porre condizioni. Poi incontra il ministro Mauro e, guarda caso, poco dopo qualcuno chiede al Pd di sacrificare la Bindi, come presidente della Commissione Antimafia (Schifani non gradisce), peccato che Scelta Civica a questo punto si divida tra Vecchio e Dellai
Intanto un Senatore ex Dc spiega ai senatori del Pd che ci si può fidare di Quagliariello, che nel futuro comitato per le Riforme Costituzionali potrà prevalere la tesi di un Governo del Premier, con più poteri ed eletto direttamente dal popolo, ma senza la necessità di toccare i meccanismi di nomina del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale né l’assetto del CSM. E se così fosse, non sarebbe necessario fare troppe storie subito sulla legge elettorale, basterebbe una semplice “clausola di salvaguardia”, nella convinzione che non si andrà votare nei prossimi due anni, che alla fine le colombe del PDL ci porteranno la testa di Silvio e le riforme in Costituzione, come le vuole il gruppo dirigente del Pd.
Che devo dirvi? Persino Ignazio Marino, in una bella intervista a Lilli Gruber, ha detto ieri che ci vuole stabilità. Matteo Renzi ha promesso di aiutare Letta perchè lui ha 38 anni e può attendere. E l’apertura di Obama a Letta potrebbe in parte sottrarre l’Italia alle angherie tedesche. Ma questo schema, a mio avviso, potrà essere verificato solo a condizione che gli accordi di governo non pesino come una cappa sul Parlamento e sul congresso del Pd. Non potrà accettarsi che il gruppo neo popolare, da Mauro passando per Alfano fino a Berlusconi, metta il veto sulla Bindi e promuova un suo uomo. Nè che una manovra insulsa venga ratificata così com’è per non disturbare l’idillio tra Letta e Alfano il quale, intanto, ricompone con Berlusconi. Né si potrà si potrà pretendere che tutti votiamo per legge di revisione costituzionale e che rinunciamo a porre la questione, politica,di una riforma vera, hic et nunc, della legge elettorale.
Se Letta vuole che Alfano e Quagliariello, Mauro e Casini filino la loro tela democristiana, al riparo da temutissime elezioni e nella speranza che Berlusconi prima abbandoni, beh deve accettare che il Pd sperimenti in Parlamento alleanze diverse sii diritti, su talune nomine, sul contrasto alla corruzione e per emendare la stessa legge di stabilità. Se la filanda si apre a destra che si apra anche a sinistra.
Intanto succede che Napolitano potrebbe essere ascoltato come testimone nel processo sulla trattativa stato mafia. Che Brunetta sia riuscito ad affondare il trasferimento di Crozza alla Rai ma non Fabio Fazio, tanto che perfino Bondi difende oggi l’onore del conduttore. Succede che Santoro abbia chiamato a Servizio Pubblico una donna che racconta in modo piuttosto convincente di essere stata amante sia di Silvio che della “fidanzata” Francesca Pascale, e sputtana il quadretto del Cavaliere rinsavito.
Caro Letta, ora che hai messo nello zaino i complimenti di Obama, tessi pure la tua tela, ma non ci chiedere più di “credere, obbedire e combattere”.