Nella Commissione Giustizia del Senato, per un’iniziativa del M5S appoggiata dal Governo, è iniziato il processo di abolizione del reato di clandestinità. Il fallimento della politica dei respingimenti.
Articolo di: Francesco Anfossi, Famiglia Cristiana
Ci sono voluti due governi, una nuova legislatura, un movimento d’opinione importante che ha visto in prima fila Famiglia Cristiana con una raccolta di firme che ha avuto migliaia di adesioni. Il nostro settimanale porta avanti da sempre una battaglia per eliminare un reato assurdo, disumano e inutile, a parte i fini demagogici. C’è voluta anche una tragedia immane che ha portato papa Francesco ad esclamare: “Vergogna!”.
Ma alla fine qualcosa si è smosso. Un primo passo verso l’abolizione del reato di clandestinità è stato fatto in commissione Giustizia del Senato attraverso un emendamento alla legge Bossi-Fini presentato da due senatori del Movimento 5 Stelle, passato anche con l’approvazione del Governo. Lo fa sapere il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri. I senatori di M5S precisano che rimangono in piedi tutti i procedimenti per l’espulsione e tutte le altre fattispecie di reato contemplati dalla Bossi-Fini.
Un cambio di prospettiva sulla legge era stato anticipato dallo stesso presidente del Consiglio Letta durante la sua visita a Lampedusa. Un timido, primo passo, ma pur sempre un cambio di rotta inconfutabile verso la civiltà. “Lo Stato deve regolare i flussi migratori in modo compatibile con le concrete possibilità di accogliere i migranti – ha detto il sottosegretario Ferri – e questo non solo per ragioni di ordine pubblico ma anche per motivi umanitari. A persone che cercano di sfuggire da situazioni di estrema indigenza e spesso disumane dobbiamo garantire un’ospitalità dignitosa. Occorre invece continuare a punire con severità chi sfrutta e favorisce questi fenomeni migratori incontrollati che possono causare tragedie come quella di Lampedusa”. Per Ferri “la sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata”.
Di fronte a questo passo qualche considerazione a caldo viene spontanea. La prima è il giusto riconoscimento a un’iniziativa meritoria del Movimento Cinque Stelle, approvata dal Governo, proprio all’indomani delle parole durissime del Capo dello Stato sull’atteggiamento di questo partito. La seconda è ormai quasi un leit motiv nella politica italiana:a parte qualche lodevole eccezione, i politici cattolici in questa vicenda si sono fatti sentire pochissimo, anzi si sono praticamente eclissati, soprattutto nel Centrodestra, l’area politica che aveva dato vita al Governo dei respingimenti. Nessun ripensamento, nessuna riflessione critica, nessun mea culpa in parole, opere e omissioni su una stagione che si spera stia definitivamente tramontata.
da perlapace.it