Gennaro Migliore, componente della Commissione di Vigilanza Rai (SEL), nel replicare alle dichiarazioni dell’imprenditore Tarak Ben Ammar, che si è detto disposto ad investire in una Rai privatizzata, ha chiesto un riesame del Contratto di servizio all’attenzione in questi giorni della Commissione Parlamentare di Vigilanza laddove si impone alla Rai di marchiare con un bollino blu i programmi finanziati dal canone, mentre i programmi di intrattenimento, quelli cioè di grande ascolto, non sono più annoverati tra quelli di servizio pubblico. All’apparenza si tratta di una richiesta dettata da un’esigenza di trasparenza ma in realtà, con questa distinzione tra generi commerciali e generi di servizio pubblico, si precostituisce il terreno per un profondo ridimensionamento della Rai alla scadenza della Concessione nel 2016. Queste criticità sono state sollevate per la prima volta nel corso del convegno di Villa Medici su “La nuova carta d’identità della Rai” promosso da Articolo 21, Fondazione Di Vittorio ed Eurovisioni.
“Ben Ammar puo’ recedere dalle offerte e dalle velleità di appropriarsi della Rai, che rappresenta, ancora, la più grande azienda culturale del Paese, capace di produrre ricchezza intellettuale ed economica. Il Servizio pubblico radiotelevisivo è un tratto distintivo del welfare e, come tale, non può essere privatizzato o svenduto. Il governo deve fugare ogni dubbio e prendere una chiara posizione che smentisca ogni tentazione diprivatizzazione della Rai, a partire da una revisione della proposta del contratto di Servizio avanzata dal viceministro per lo Sviluppo Economico, che prevede la bollinatura delle trasmissioni di servizio pubblico e l’esclusione dei programmi di intrattenimento dai generi predeterminati di servizio pubblico”, prosegue Migliore, “La divisione dei programmi tra
quelli pagati dai cittadini, e dunque considerati di servizio pubblico, e quelli commerciali, che avrebbero come unico obiettivo l’audience, porterebbe, inevitabilmente, a non avere più alcuna garanzia della qualità dei prodotti e della programmazione o, ancor peggio, a rendere ammissibile la richiesta di assegnazione da parte dei privati di una quota di servizio pubblico. Per questo e’ necessario che in Commissione di Vigilanza Rai venga audito, al più presto, il direttore Generale dell’EBU/UER affinché possa adeguatamente illustrare i rilievi negativi riguardo all’obbligo di bollinatura dei programmi, prevista da Antonio Catricalà nel contratto di Servizio.
E’ ora che le istituzioni garantiscano il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo: un bene comune che deve essere rifondato e non svenduto”.