La riforma Gelmini e la sua applicazione, dal 2008, ci hanno abituato al fenomeno delle classi pollaio, che sono ormai la normalità all’interno delle nostre scuole. La politica introdotta dall’ex Ministro Gelmini, che ha guardato soltanto alle leggi del mercato e al risparmio delle casse dello Stato, non ha fatto altro che mortificare la scuola italiana e garantendo sempre di meno, fino quasi a cancellarlo, il diritto allo studio.
Dal 2008 ad oggi, abbiamo gridato dalle nostre piazze, nei pochi tavoli di confronto col ministro, dalle nostre assemblee e occupazioni che 8 miliardi di euro di tagli avrebbero portato al collasso la scuola pubblica Italiana e oggi, a distanza di 5 anni, possiamo purtroppo dire di aver avuto ragione.
La situazione nonostante i vari governi che si sono succeduti però non è cambiata affatto, anzi è a dir poco degenerata, anche a causa dei tagli sugli enti locali, spesso gli unici a garantire servizi e diritto allo studio, e al continuo accorpamento di plessi.
Siamo costretti a passare metà delle nostre giornate in edifici fatiscenti, che ci crollano addosso, senza laboratori, palestre o mense ed in classi che sono spesso da 30 persone o anche più, in cui è impossibile seguire, muoversi, qualche volta anche sedersi perché non bastano neanche le sedie. Insomma tutti insieme appassionatamente senza pensare al fatto che nelle nostre scuole la maggior parte delle aule non sono a norma e che non possono ospitare un numero così elevato di alunni, senza pensare al fatto che in una classe in cui c’è almeno un alunno diversamente abile non possono stare più di 20 alunni, ne al fatto che in questo modo non è possibile attuare un insegnamento individualizzato, volto a seguire singolarmente gli alunni e magari a recuperare chi rimane indietro o ad attuare piani specifici di apprendimento. Nessuno si preoccupa di questo, fino a quando non ci sono incidenti o fino a quando qualche genitore decide di fare ricorso e agire per vie legali.
Siamo stufi di dover studiare in classi che contengono trenta persone e anche di più, in edifici vecchi e malandati. Negli anni precedenti abbiamo lanciato l’iniziativa ’misura la tua aula’, all’interno della campagna sull’edilizia scolastica ‘salviamo le nostre teste’, che chiedeva ad ogni studente di misurare le dimensioni delle proprie aule per capire se lo spazio a disposizione per ogni alunno è effettivamente di 1,96 mq netti (cioè senza arredi), come la normativa prevede.
Abbiamo misurato le dimensioni delle nostre aule per dimostrare all’ex ministro Gelmini che le classi pollaio esistono veramente. I dati che sono usciti dal nostro monitoraggio sono davvero preoccupanti e abbiamo appreso di situazioni, dal nord al sud del Paese, davvero gravi, come i 49 alunni iscritti alla prima classe del Liceo Musicale di Modica (RG) e tanti altri.
Da anni monitoriamo l’aumento costante del numero di studenti per classe. Le circolari ministeriali che rendevano legale le situazioni con 26 studenti per classe ci preoccupavano tanto quanto i casi di scuole costrette a ospitarne anche di più, infrangendo una circolare per non calpestare la nostra Costituzione, che garantisce a tutti la possibilità di andare a scuola.
I limiti per il sovraffollamento delle classi sono definiti dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, attinente appunto alle modalità formative delle stesse.
Il suddetto decreto prevede che, anche in considerazione della deroga del 10% stabilita dall’art. 4 per ogni ordine di scuola, si potessero formare classi rispettivamente fino ad un massimo di 26-28 alunni nella scuola dell’infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni in quella secondaria di primo grado e fino a 30-33 alunni nella scuola secondaria di secondo grado. Le disposizioni antecedenti (decreti ministeriali 18 dicembre 1975 e 22 agosto 1992 e la legge n. 23/1996) stabilivano che il massimo ‘tetto’ ipotizzabile dovesse attestarsi ad un’altezza non inferiore ai tre metri e che altresì il rapporto alunni/superficie dovesse essere di 1,80 metri quadrati/alunno nella scuola dell’infanzia e primaria e di 1,96 nelle scuole secondarie. Alla crescita del numero di alunni per classe così come autorizzato dal decreto n. 81/2009 sarebbe dovuto seguire un piano generale per la riqualificazione dell’edilizia scolastica, adottato dal ministero dell’Istruzione d’intesa con quello dell’Economia e delle Finanze.
Tuttavia, non soltanto il piano di riqualificazione non è stato realizzato, ma anche i parametri stabiliti dal decreto sono stati regolarmente raggirati. Il numero di alunni per classe ha infatti continuato a crescere raggiungendo persino picchi di 35/36 studenti per classe. La mancata riqualificazione degli edifici scolastici inoltre danneggia ulteriormente il grado di funzionalità e qualità e, soprattutto, il livello di sicurezza delle istituzioni scolastiche, considerando il gravoso sovraffollamento delle aule e l’inevitabile inadeguatezza delle stesse a contenere una numerosità così elevata in rispetto dei precetti di tutela, salubrità, vivibilità e igiene.
Le aule sovraffollate oltre ad essere poco igieniche ed insicure, causano negli alunni/utenti anche uno scarso rendimento scolastico andando ad inficiare la qualità dell’offerta formativa di ogni scuola.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di dire basta, e abbiamo deciso di procedere per vie legali. Aspettiamo le segnalazioni di tutte quelle classi in cui vengono violate le norme di sicurezza, e metteremo su una class action contro le Scuole, le Provincie ed il Ministero dell’Istruzione. Siamo stanchi di vivere in classi minuscole, e non a norma. Adesso diciamo basta.
Scarica il volantino da distribuire nella tua scuola.
Scarica le normative di rifermento, e controlla se la tua classe è a norma.