di Rossella Ricchiuti
Preoccupazione per l’atto intimidatorio ai danni di Walter Giustini. Si indaga su motivi non legati a ciò che ha scritto. “Mi sento tradito dallo Stato”, dice
L’automobile del blogger ed ex comandante dei Carabinieri Walter Giustini è stata data alle fiamme intorno alle 3.30 del mattino del 2 ottobre scorso, ad Ardea (Roma). Era parcheggiata di fronte alla sua casa. L’incendio è stato domato dai Vigili del Fuoco di Pomezia, arrivati insieme ai militari pochi minuti dopo.
“Me lo aspettavo. Lo avevo anche detto al giornalista Luigi Centore quando incendiarono la sua auto: tra qualche mese toccherà a me”. Così Giustini commenta con Ossigeno quanto è successo.
Da quando è andato in pensione nel 2004 per motivi di salute, dopo aver lavorato anche nella squadra antimafia di Palermo nel periodo delle stragi, l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Ardea-Tor San Lorenzo cura un blog in cui segnala i problemi del territorio in cui vive. Da tempo ad esempio aveva denunciato la mancanza di controlli comunali su alcune attività commerciali del quartiere Salzare. Si tratta dello stesso caso di cui si era occupato Luigi Centore, vittima di tre attentati incendiari ai danni della sua auto, di quella del fratello e del nipote.
“Ho cominciato a scrivere questo blog perché mi piacerebbe diffondere un po’ di legalità nel nostro territorio. Cerco di mettere i problemi locali all’attenzione dell’opinione pubblica”, spiega Giustini. “Mi aspettavo questo atto intimidatorio perché ci siamo occupati in maniera approfondita del tema delle Salzare sia io che Centore”, continua.
Ad Ardea altri attentati incendiari hanno colpito politici e amministratori locali: un anno fa venne dato alle fiamme l’ufficio tecnico comunale, poi, dall’inizio del 2013, è toccato all’auto del presidente del consiglio comunale Massimiliano Giordani, a quella del sindaco Luca Di Fiori e a quella del consigliere comunale Franco Marcucci.
“Questo è un territorio abbandonato dallo Stato. In attesa del morto le istituzioni fanno ancora orecchie da mercante sulla tragica situazione criminale di Ardea”, lamenta Giustini, che racconta anche di non aver ricevuto solidarietà da parte delle forze dell’Ordine. “Soltanto il neo comandante di Frascati tenente colonnello Magrini mi ha rassicurato. Per questo mi sento tradito dallo Stato, perché l’ho servito per oltre trent’anni, ma adesso non mi tutela”, dice. Manifestazioni di solidarietà sono arrivate dal sindaco di Ardea Luca Di Fiori, dal circolo Sel di Ardea e da esponenti politici locali.
Sull’incendio, ha scritto il 3 ottobre scorso Giovanni Salsano sul Messaggero, “stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Anzio, coordinati dal maggiore Ugo Floccher, che non si sbilanciano sulla matrice dolosa o meno dell’incendio (nessun innesco è stato trovato nelle vicinanze dell’automobile) e si concentrano su motivi personali, tenendo in minore considerazione le ipotesi che possa trattarsi di un atto legato all’attività di carabiniere di Giustini (da molti anni oramai fuori servizio) o alla sua attività politica (ancora all’inizio)”.
“Non escludiamo nessuna pista”, chiarisce in proposito a Ossigeno il maggiore Floccher. “Riteniamo che l’ipotesi che si tratti di un attentato legato alla sua precedente attività di carabiniere sia da tenere in minore considerazione perché dal momento in cui Giustini è andato in pensione sono trascorsi nove anni. Non è stato ancora appurato se l’incidente sia di natura dolosa o accidentale, solo le indagini potranno portare alla verità. Noi cercheremo in ogni caso di incrementare la vigilanza nei suoi confronti”, conclude il maggiore.