Il regista e critico cinematografico Giuseppe (Beppe) Ferrara, nostro apprezzato socio, versa, all’età di oltre ottant’anni, in condizioni economiche molto critiche. Ciò è dovuto al fatto che le scellerate leggi in vigore nel nostro settore, non permettono, ed il caso di Beppe è molto, troppo, ricorrente tra gli artisti italiani, a chi ha speso tutta la sua vita per dare lustro internazionale al nostro Paese, di godere di una pensione adeguata a condurre una vecchiaia almeno dignitosa. Lo scrive l’Anac. Le opere di Beppe, che si iscrivono nel filone di un cinema italiano di forte impegno civile, hanno contribuito, non poco, a testimoniare, in Italia e nel mondo, la tensione democratica che, nonostante tutto, si è opposta e si oppone al degrado culturale e civile nel quale siamo precipitati. Tra i film di Beppe vogliamo citare ‘Cento giorni a Palermo’, ‘Il Caso Moro’ premiato a Berlino con l’Orso d’argento, ‘Giovanni Falcone, Segreto di Stato’, ‘I banchieri di Dio’, ‘Il Caso Calvi’, ‘Guido che sfidò le Brigate Rosse’. L’ANAC, assieme ad altre Associazioni cinematografiche, ha già chiesto che per Giuseppe Ferrara venga applicata la ‘legge Bacchelli’, richiesta che è, al momento, in istruttoria. Ma ora un’altra tegola si è abbattuta su Beppe: uno sfratto esecutivo che diventerà operativo tra qualche giorno (il 28 ottobre). Noi chiediamo che chi di dovere intervenga per sanare, con gli strumenti che ha a disposizione, questa ennesima ingiustizia sostanziale e che non ci si trinceri dietro burocratici e pilateschi scaricabarile.