VERSO IL FORUM DI ASSISI – “Ci vuole un giornalismo nuovo che intercetti aspirazioni e tensioni degli ultimi”
“Ricominciare” è un verbo che tutti dovremmo saper coniugare ogni giorno. Nel nostro vivere odierno non è difficile comunicare. Difficile è fare buona informazione. Siamo quotidianamente travolti da ogni specie di notizie. Pensate: in Italia, in ventiquattro ore, si incrociano via etere settecento milioni di e-mail (ALL’INTERNO TUTTI GLI INTERVENTI DEL FORUM)
Ma i pirati non sono Al Shabab
“Schiavi”. I migranti sfruttati ai limiti della sopravvivenza. Presentazione del film e dibattito giovedì 24 ottobre, ore 17, Fnsi
Ustica, la Cassazione: fu depistaggio. Daria Bonfietti: “ora fuori i nomi dei responsabili”
“Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove?” Così il protagonista del film “Il muro di gomma” inizia la dettatura del suo pezzo al Corriere della Sera, con la voce rotta da lacrime di rabbia e amarezza per le menzogne, gli insabbiamenti, l’occultamento delle prove. In realtà di anni ce ne sono voluti trentatre e mancano ancora parecchi tasselli per comporre il mosaico della strage di Ustica, per conoscere i responsabili
Dacci oggi la panzana quotidiana
Basta interferenze improprie, l’Italia è il fanalino di cosa dell’UE
Gli sbarchi continuano e la piccola Lampedusa resta la porta di un’Europa distratta
Stefano Cucchi, morto quattro anni fa mentre era nelle mani dello Stato
Stefano Cucchi è un “morto di fame”, ha scritto la giustizia nella sentenza di primo grado. E’ morto quattro anni fa mentre era nelle mani dello Stato, in consegna allo Stato dopo aver commesso un reato: possesso di 21 grammi di hashish e farmaci antiepilettici. Stefano Cucchi è stato riconsegnato ai familiari senza vita una settimana dopo l’arresto e il ricovero all’ospedale Sandro Pertini di Roma. I parenti sono stati informati del decesso attraverso la notifica della richiesta di autopsia. Lividi, fratture e ferite al volto, alle gambe, all’addome e al torace non sono stati considerati come cause di morte
Per Stefano Cucchi #22ottobre2009
Tibet: attivisti scalano sede europea Onu e issano scritta anti-Cina
Bonino: Società civile sostenga lotta a mutilazioni femminili
Tracce di ecomafie nel Lazio
Non abbiamo lavorato per cambiare la società
Per chi suona la campana. Il caffè del 22 ottobre
Il Festival del giornalismo non chiude. Crowdfunding e niente fondi pubblici
Gerusalemme: Likud diviso, palestinesi non votano
Parole e azioni di donne contro le mafie
Stop all’accesso delle Grandi Navi a Venezia
Emittente Extratv: trovato accordo che salva 35 lavoratori
Testimonianze per padre Paolo Dall’Oglio
Per Lea, per Denise
Lea Garofalo,” testimone di verità” riposa ora nel cimitero monumentale di Milano, tra i grandi personaggi di questa città illustre, dopo un funerale degno di una persona come lei, semplice, ma coraggiosa, capace di ribellarsi alla tradizione mafiosa della sua famiglia e della famiglia del marito, uccisa perché’ si era ribellata, in nome del futuro, suo e della figlia Denise, al destino ed alle azioni criminali della ‘ndrangheta. Una persona che si fidava di regole non scritte