di Bruna Alasia
VENEZIA (nostro inviato) – Angeliki, una bambina greca, buttandosi dal balcone, si suicida nel giorno del suo undicesimo compleanno. Da qui parte il film di Alexandros Avranas che, con stile asciutto, si fa seguire nella ricerca delle cause segrete di questo lutto.
Inizialmente sembriamo aver a che fare con una famiglia come tante, non incline a dialogare, incapace di mettersi in discussione e timorosa delle regole ma, tutto sommato, protettiva. Man mano lo scavo dei fatti e dei caratteri prosegue, veniamo a conoscenza di segreti orribili che, ovviamente, non vi riveliamo per non togliervi il gusto di vedere il film.
“Miss Violence” è la storia di una inaudita violenza familiare, una violenza estrema, borderline, che, si dice, il regista abbia raccontato perché vera, desunta da storie da lui raccolte. La drammaticità degli eventi è tale che saremmo tentati di supporre si tratti di simbolismi ed esagerazioni ma, purtroppo, sappiamo quanto sia subdola e concreta la distruttività nascosta che spesso serpeggia anche tra consanguinei. Gli avvenimenti sono ambientati in Grecia, potrebbero in ogni caso riguardare qualsiasi altra nazione europea. Avranas ha una regia convincente, credibili sono gli attori. Questo film ha fatto scandalo a Venezia. Qualcuno degli spettatori si è augurato che, finalmente, la mostra faccia vedere un film che parli di una famiglia normale. Sappiamo comunque quanto labile sia il concetto di “normalità”.
da dazebao.it