Il primo giorno di scuola saremo di fronte alle scuole di tutta Italia per dire a questo Governo, alla politica e al Paese – nelle ultime settimane impegnati esclusivamente a parlare dell’IMU e della decadenza da senatore di un ex presidente del Consiglio
– che in questi giorni ricomincia la Scuola. A pezzi, come è stata ridotta dalle politiche di questi anni. Con cattedre scoperte, con un diritto allo studio inesistente ed un costo esorbitante per le famiglie, con edifici scolastici non a norma, senza laboratori, senza attività extracurricolari e complementari, messa in ginocchio dai continui tagli e dall’assoluta mancanza di investimenti.
Il primo giorno di scuola saremo di fronte alle scuole di tutta Italia perché negli ultimi 10 anni gli studenti di questo Paese sono rimasti completamente ignorati, mentre le decisioni sono state prese nelle stanze del Ministero senza mai ascoltare il grido disperato di una generazione che pretendeva considerazione.Il primo giorno di scuola saremo di fronte alle scuole d’Italia per riprendere la parola con forza e scrivere insieme la scuola che vogliamo per leggere il futuro che vogliamo.
Il primo giorno di scuola saremo di fronte alle scuole di tutta Italia per dire che la priorità delle politiche che si mettono in campo per fronteggiare la crisi debba essere l’investimento nella conoscenza, nel sapere, come chiavi di un nuovo modello di sviluppo: in una sola parola, nella Scuola. Perché l’Italia, per sperare ancora in un futuro migliore, ha bisogno di una scuola pubblica, laica, inclusiva, che consenta a tutti di accedere ai più alti livelli d’istruzione a prescindere dalle condizioni socio-economiche di provenienza, che rimuova tutti gli ostacoli e apra le proprie porte a tutti i giovani del Paese. Sono queste le condizioni imprescindibili per creare una prospettiva di ripresa: Scuola e Futuro, oggi, significano la stessa cosa.
Noi crediamo ancora nella ripresa del nostro Paese e crediamo che un futuro migliore sia possibile; ma siamo stanchi di aspettarlo senza poter fare niente, senza mai essere ascoltati. Per questo l’11 ottobre torneremo nelle piazze d’Italia a rivendicare con forza la centralità della conoscenza, gli investimenti in Scuola, Università e Ricerca, l’abolizione del numero chiuso all’Università, la definizione di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e un piano d’investimenti per la messa a norma degli edifici scolastici.Per questo, già dal primo giorno di scuola, vogliamo tornare ad essere noi protagonisti in Italia partendo dai nostri diritti, troppo spesso calpestati.
Per questo, nel primo giorno, saremo all’ingresso di ogni scuola e porteremo con noi il simbolo per eccellenza della Scuola: la lavagna. Una lavagna per spiegare i nostri diritti fondamentali, tratti dallo Statuto degli studenti e delle studentesse, e allo stesso tempo per far scrivere a tutti gli studenti come ricostruire la Scuola e quindi il Futuro. Una lavagna di diritti e di idee. Una lavagna per ripartire. Una lavagna per scrivere Scuola e leggere Futuro.
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