Quante “realtà” sembrano interessarsi dei rom e – finanziate con denaro pubblico italiano ed europeo – preparano progetti, programmi, percorsi affinché vengano “superati i campi rom” (definiti strumentalmente “ghetti”, ma impropriamente, perché dai campi si può uscire, mentre nei ghetti istituiti dai nazisti si era prigionieri in attesa di deportazione) e le famiglie siano condotte “per mano” verso il paradiso dell’integrazione. E’ una visione completamente sbagliata della condizione in cui versano le comunità rom in Italia. Per abbandonare i campi rom (che comunque sono un punto di riferimento per chi arriva nelle città, fuggendo da povertà e persecuzione e non possiede nulla) è sufficiente che gli adulti abbiano un lavoro, senza nessun “filantropo” che faccia da “buon pastore” ai nuclei familiari rom. Come sarebbe più razionale e giusto se istituzioni e associazioni lasciassero i campi a disposizione di chi non possiede niente e vuole fermarsi per costruire una speranza di futuro e si impegnassero affinché vi sia giustizia sociale e chi è rom possa avere le stesse opportunità di tutti di ottenere un lavoro, mandare i figli a scuola e seguire i propri sogni.