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Polemiche sul progetto di legge-scudo in Usa, ‘’la sinistra odia la libertà di stampa’’?

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L’ accusa viene da un blog del sito della destra repubblicana texana, Texasgopvote, che attacca il disegno di legge approvato ieri dalla Commissione giustizia del Senato e si schiera a favore del giornalismo non mainstream, dei blogger, del citizen journalism.

Il provvedimento di mercoledì scorso, che ‘’protegge’’ i giornalisti e ‘’rafforza’’ le leggi scudo esistenti a livello di singoli stati – dice Tom Donelson, presidente dell’ American Pacs (una coalizione conservatrice),  ‘’è solo un’ arma potente regalata al governo: la possibilità di definire chi è giornalista e chi non lo è e di determinare quindi chi ‘merita’  protezione e chi invece viene fregato. In futuro, il governo userà il suo potere per intimidire i giornalisti’’.

Donelson segnala tra l’ altro una sorta di paradosso, per cui, ‘’mentre gran parte dei media mainstream hanno fatto da propellente per Obama, il Team Obama ha ripagato quella fedeltà facendoli spiare’’.

 

‘’Il giornalismo non è uno status o un appartenenza, è un’ attività’’

Sempre dal fronte della destra (l’ iniziativa in commissione giustizia è stata prevalentemente nelle mani dei senatori democratici, fra cui Diane Feinstein), un altro attacco è venuto dal conservatore Ed Morrissey.

Morrissey, che gestisce il blog  Hot Air, ha spiegato a Politico che “il giornalismo non è uno status, non è un’ appartenenza, è un’ attività”.

Ma in generale i blogger di tutto l’ arco politico, sono contrari alla proposta di legge, che, con la sua definizione, di fatto taglia fuori completamente i giornalisti che non operano nei media tradizionali .

“L’intero approccio è sbagliato. Penso che il giornalismo sia un’ attività, non uno status né un albo. Penso invece che lo stiano considerando come se fosse un’appartenenza e che il modo con cui la questione viene affrontata servirà solo a preservare le posizioni di rendita delle testate più grandi’’, ha spiegato  Morrissey a Politico. ‘’E’ solo una pessima idea’’.

 

‘’La definizione di giornalista cambia ogni giorno’’

Tornando a Donelson, ‘’i senatori stanno cercando di definire chi è un vero giornalista, ma il mondo del giornalismo è in continua evoluzione e la definizione di giornalista cambia ogni giorno’’, commenta l‘ esponente repubblicano.

L’ esponente repubblicano cita anche Glen Reynolds, il creatore di Istapundit (uno dei blog politici più seguiti negli Stati Uniti), secondo cui – racconta – “anche se il progetto di legge si estendesse a tutti coloro che ricevono uno stipendio come giornalista od opinionista non sarebbe  ancora abbastanza. Nell’ epoca di blogging, social media e giornalismo indipendente, ci sono un sacco di persone che fanno giornalismo serio senza essere stipendiati da qualche organo di informazione. E anch’ essi meritano protezione.”

Quello che il Senato ha approvato – continua Donelson – è un sistema di autorizzazione dei giornalisti, soprattutto quelli dei media mainstream: tutto questo non è solo tagliare fuori la concorrenza, ma permettere alle grandi testate di avere il dominio sulle notizie. Il Big Media sta iniziando a comportarsi come il vecchio capitalista e questo dimostra la mancanza di un giornalismo forte nell’ era Obama. Se un repubblicano avesse fatto la metà delle cose che l’ amministrazione Obama ha fatto, ora staremmo a discutere di impeachment. Un atteggiamento che è stato chiaro nel comportamento di David Gregory quando aveva messo in dubbio le credenziali di Glenn Greenwald come giornalista: ma era stato Greenwald a tirar fuori la vicenda NSA mentre Gregory non ha scoperto grandi segreti.

 

‘’Molto del miglior giornalismo viene dai media online’’

Secondo Donelson, molto del migliore giornalismo viene fatto da media online come il progressista Huffington Post (molti dei suoi giornalisti non vengono pagati), il Daily Caller  e il conservatore Breitbart.com, non dai media tradizionali.

Chi segue l’ attualità saprà che molti giornalisti di primo piano non appartengono ai media mainstream, ma coprono i vari conflitti con una profondità che non si è vista sulle grandi testate. (…)

J. D. Johannes è stato uno dei migliori giornalisti che coprono il Medio Oriente , ma sulla base della legge in discussione al senato non potrebbe essere ‘’coperto’’ (covered, oggetto della protezione, ndr). Se il Senato sta lavorando a un progetto di legge per proteggere i giornalisti, questi ultimi invece dovrebbero pensare a proteggere il giornalismo e non loro stessi.

Il disegno di legge chiarisce anche che la tutela giuridica non è assoluta. Funzionari federali possono ancora imporre la rivelazione della fonte a un giornalista in possesso di informazioni che potrebbero interrompere o prevenire reati come omicidio, sequestro di persona e sottrazione di minori o prevenire ‘ atti di terrorismo ‘ o costituiscono un potenziale danno significativo per la sicurezza nazionale “.

Ma chi definirà che cosa è la sicurezza nazionale? E  chi definirà che cosa è concretamente la ‘’sicurezza nazionale’’? Ricordate – continua Donelson – che questa è la stessa amministrazione che una volta ha dichiarato la Fox come testata irregolare.

Insomma, secondo Donelson il disegno di legge del Senato ha due obiettivi:  il primo è quello di proteggere i giornalisti amici  e rafforzare il controllo sui media mainstream, il che significa rafforzare l’establishment politico di sinistra. Il secondo obiettivo è controllare media e garantirsi una copertura favorevole.

‘’Verso la servitù della gleba’’ ?

Le testate mainstream potranno anche beneficiare di queste misure, ma il danno a lungo termine per la loro professione arriverà dopo qualche anno, quando capiranno di essere diventati solo un altro braccio di uno stato burocratico sempre più potente.

Matt Drudge, il creatore di Drudge Report, ha chiamato ‘’fascisti’’ i senatori che sostengono questo provvedimento, e teme di non poter avere la stessa protezione di quelli che lavorano per i media mainstream . Drudge capisce che questo disegno di legge non è che un altro passo nella strada verso la servitù della gleba .

da lsdi.it


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