Archiviato (almeno per ora) l’allarme suscitato dalla minaccia americana di aggiungere guerra alla guerra in Siria, la pace è tornata ai margini dell’attenzione generale. Eppure, se c’è un tempo dove l’impegno per la pace si fa più utile ed efficace è proprio questo. E’ in questo tempo di calma apparente (calma per noi e guerra per molti altri) che si possono e si devono fare le cose più importanti per costruire la pace. Senza aspettare che siano altri ad agire al nostro posto.
La pace è in serio pericolo, fuori e dentro il nostro paese. E richiede il nostro impegno urgente. Un impegno personale, serio, continuo, paziente. Non servono eventi occasionali ma percorsi di pace. Percorsi che devono entrare a far parte della vita quotidiana di ciascuno e che dunque devono partire dai luoghi in cui viviamo, dalle nostre città. L’idea di convocare una nuova edizione della Marcia per la pace Perugia-Assisi nasce da qui, da queste convinzioni e dalla volontà di praticarle. La prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi (salvo emergenze che purtroppo non possiamo escludere) si svolgerà domenica 19 ottobre 2014 al termine di un percorso lungo un anno. Un anno che vogliamo utilizzare per investire sul coinvolgimento dei giovani, sulla loro formazione e sulla costruzione della pace nelle nostre città.
I giovani, innanzitutto. Vogliamo fare in modo che la prossima marcia PerugiAssisi sia organizzata da loro. Vogliamo che sia l’occasione per consentire a tanti giovani di essere protagonisti di una grande iniziativa di pace, di sentirsi responsabili della storia e del processo di trasformazione del mondo, di scoprire il senso, il significato e il valore dell’impegno per la pace, la giustizia e i diritti umani. La scuola. Vogliamo fare in modo che la Marcia diventi il culmine dei tanti percorsi educativi tesi a riscoprire il significato autentico dei valori universali della pace, della fraternità e del dialogo. Vogliamo aiutare i nostri giovani studenti a smontare e rimontare queste tre parole restituendo loro, come dice Carofiglio, il senso, la consistenza, il colore, il suono e l’odore.
E infine le città. I luoghi da dove dobbiamo ripartire per ripensare e rinnovare l’impegno per la pace stimolando il più ampio coinvolgimento di ragazzi e ragazze, gruppi, associazioni e istituzioni. La pace, come i diritti umani, comincia dai posti più piccoli e più vicini come le nostre case, le nostre scuole e le nostre città. E noi dobbiamo fare ogni sforzo per trasformare ciascuna delle nostre città in un laboratorio di pace. Una sfida difficile in un tempo ferito dall’esplosione di una grande sofferenza sociale e di tanti pericolosi conflitti.
Difficile ma ineludibile se non vogliamo che i nostri appelli di pace risuonino a vuoto come tante parole ormai consumate.
A segnare l’avvio di questo nuovo anno di lavoro sarà la Settimana della Pace che abbiamo promosso dal 29 settembre al 6 ottobre 2013. Una settimana intensa che avrà al centro la storica visita di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre e la celebrazione, lo stesso giorno, della IX Giornata Nazionale della pace, della fraternità e del dialogo. Una settimana che include un’altra grande opportunità: la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall’Onu per ricordare il 2 ottobre di ogni anno la figura e il pensiero di un altro maestro della nonviolenza, il Mahatma Gandhi. Una Settimana che insieme a tanti amici abbiamo voluto aprire e concludere con due marce per la pace. La prima a Forlì domenica 29 settembre e la seconda a Lodi il 6 ottobre. Due marce come quella che si è svolta domenica scorsa a Campobasso, sulla via degli antichi Tratturi, e che vogliamo promuovere in tante altre città italiane. Si perché, prima di tornare sulla via tracciata da Aldo Capitini, sentiamo il dovere di battere tutte le strade possibili per sensibilizzare, mobilitare e unire le donne, gli uomini e le istituzioni di buona volontà.
Il 19 ottobre 2014 saremo nel mezzo del semestre di Presidenza italiana dell’Unione Europea. Per questo vogliamo fare della prossima Perugia-Assisi una Marcia Europea con cui rilanciare il progetto di un’altra Europa, un’Europa dei cittadini, inclusiva, solidale e nonviolenta. Un’Europa sempre più in difficoltà ma a cui non possiamo rinunciare. Un’Europa che ha ricevuto il Nobel della pace ma che ancora oggi non ha imparato ad agire di conseguenza. A 100 anni da quell’Inutile Strage che fu la prima guerra mondiale è arrivato il tempo di cambiare promuovendo con Papa Francesco la “globalizzazione della fraternità” contro la globalizzazione dell’indifferenza e dell’impoverimento, mettendo al bando la guerra e la sua preparazione, riconoscendo la pace come diritto umano fondamentale.
*Coordinatore della Tavola della pace