La guerra segna sempre una sconfitta per l’umanita'”, è “un fallimento”, “porta solo morte” e “parla di morte”. E’ il grido che papa Francesco ha lanciato stasera durante la veglia di quattro ore per la pace in Siria e in Medio Oriente, da lui indetta a piazza San Pietro. Centomila persone hanno pregato con lui, in una cerimonia segnata da lunghi silenzi, da letture bibliche, da canti liturgici. Tra la folla di presenti vi era un migliaio di musulmani, per lo piu’ siriani, i quali tuttavia, anche nel momento destinato alla riconciliazione, hanno preferito dividersi in due raggruppamenti, i filo-Assad e i sostenitori dell’opposizione. Hanno occupato due posti diversi della piazza, pur esprimendo un ”no” comune ad un attacco americano.
“Anche oggi – ha aggiunto il papa – ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si e’ addormentata, abbiamo reso piu’ sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte”.
“In ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti!” “Quanta violenza – ha osservato il Pontefice ricordando con tono grave il primo omicidio, quello che ebbe per vittima l’innocente Abele – viene da quel momento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità”.