In vista del dibattito alla Camera sulla legge contro l’omotransfobia, i portavoce delle associazioni nazionali lgbt rivolgono un appello ai deputati del Partito democratico: “Il Pd ha presentato un proprio emendamento che
incredibilmente contiene da una parte le aggravanti (escluse dal testo licenziato dalla commissione Giustizia) e dall’altra un pericoloso cavillo sulla libertà di espressione, pleonastico all’apparenza ma che rischia di complicare l’applicazione di una legge già di per sè poco efficace a sanzionare crimini e incitazioni all’odio”.
Spiegano: “Sulla legge Mancino non si sono mai sollevate questioni di libertà di opinione, tra l’altro ben tutelate dalla
legislazione vigente. L’accusa di liberticidio rivolta alla legge Mancino è frutto di una campagna di mistificazione prodotta ad hoc dalla destra e da parte dei cattolici, proprio ora che si tratta di estendere l’efficacia di quella norma anche a tutela delle persone gay, lesbiche e trans. La realtà, lo racconta la cronaca ogni giorno, è che quella legge già faticosamente riesce a colpire la violenza più esplicita. Ora tocca al Pd chiarire la vicenda – esortano i portavoce – ritirando quell’emendamento, per proporre un testo che estenda le aggravanti e che sia in linea con le indicazioni europee e la Costituzione italiana”. L’appello è firmato da Rita De Santis, presidente nazionale Agedo; Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay; Paola Brandolini, presidente nazionale ArciLesbica; Enzo Cucco, presidente nazionale associazione radicale Certi Diritti; Aurelio Mancuso, presidente nazionale Equality Italia; Giuseppina La Delfa, presidente nazionale Famiglie Arcobaleno; Porpora Marcasciano, presidente nazionale Mit.