di Greta Crea
ROMA – Sembra proprio che si sia arrivati all’ atto finale nella vita della maggioranza dalle larghe intese. Infatti appena tornerà da New York, il premier Enrico Letta chiederà un’immediata verifica di governo. A darne notizia è l’agenzia Ansa, le fonti sono dei parlamentari che fanno parte della maggioranza.
Tutto accade in una giornata in cui l’annuncio delle dimissioni di massa dei parlamentari Pdl, una mossa voluta da Silvio Berlusconi che nessuno all’interno del suo partito ha criticato apertamente, ha allarmato il governo e in particolare il presidente della Repubblica Napolitano, che ha rinunciato a partecipare a incontri pubblici perché: “Ieri sera è capitato un fatto politico improvviso cui debbo dedicare oggi tutta la mia attenzione. Dal Pdl un fatto istituzionalmente inquietante”, ha spiegato.
“L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica”, scrive Napolitano in una nota diramata intorno alle 13. “Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel Pdl. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere. Non meno inquietante, aggiunge, sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere”.
La nota continua: C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del Pdl – la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento – aggiunge -. Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un ‘colpo di Stato’ o una ‘operazione eversiva’ in atto contro il leader del Pdl”. “L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria”, conclude Napolitano.
Tutto comincia ieri pomeriggio quando tutti i parlamentari promettono al loro leader Silvio Berlusconi che se la giunta per le elezioni voterà per la sua decadenza si dimetteranno in blocco. E oggi è cominciata la raccolta di firme dei parlamentari del Pdl per rassegnare le dimissioni. I singoli stanno consegnando le firme al capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, e a quello della Camera, Renato Brunetta.
Il ministro delle Riforme istituzionali Gaetano Quagliariello però frena: “Le dimissioni si danno, non si annunciano”, ha detto. “Quagliariello era presente ieri e quindi credevo avesse capito che le dimissioni non le abbiamo annunciate ma le abbiamo già date”, ha sostenuto Daniela Santanchè, deputata Pdl, replicando al ministro e riferendosi alla riunione dei gruppi Pdl in cui sono state annunciate le dimissioni in massa.
Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, frena commentando le minacce dei parlamentari del Pdl a Radio Anch’io: “Da qui al 4 ottobre ogni parlamentare del Pdl deciderà cosa fare”. Il Pdl, aggiunge, “ha dimostrato unità profonda intorno al presidente Silvio Berlusconi che ha posto, e noi con lui, la grande questione della democrazia del Paese e cioè che una grande forza dei moderati italiani sia senza leader per una decisione della Magistratura”. Al centrosinistra, conclude, “diciamo di non avere un pregiudizio e di affrontare il tema della giustizia”.
“Le dimissioni le ho firmate poco fa – dice Gianfranco Rotondi a Rainews24 – sono andato al protocollo della Camera per presentarle e nel frattempo le ho inviate a Silvio Berlusconi”.
L’obiettivo, a quanto si apprende, è quello di chiudere entro stasera con tutte le 188 adesioni tra senatori e deputati, anche se sarà difficile soprattutto a Montecitorio, dove ci sono più ‘colombe’ che ‘falchi’.
“Anche noi siamo assolutamente favorevoli alla caduta del governo Letta. Se la posizione annunciata ieri sera dal Pdl sarà seguita dai fatti, sosterremo questa azione”. Lo afferma il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni. “Ho letto queste dichiarazioni molto bellicose dei deputati e senatori del Pdl che minacciano di dimettersi in massa”, aggiunge Maroni. “Se è vero – aggiunge – mi sembra un fatto politicamente rilevante. Staremo a vedere se sarà così. Le dimissioni in massa del Pdl significano due cose: fine del governo Letta e fine della legislatura. Se fosse così, noi saremmo della partita ovviamente”.
Da dazebao.it