L’Italia del gioco online analizzata dai dati del Politecnico di Milano

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Anche sul gioco online l’Italia è divisa: marcate differenze regionali, in particolare tra Nord e Sud, diverse abitudini a seconda del sesso e delle fasce d’età. E soprattutto, oltre che divisa, quella del gioco online è un Italia in cui, in certi segmenti, tira un po’ d’aria di crisi: questo è quanto emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Gioco Online, che vede la collaborazione della School of Management del Politecnico di Milano, Sogei e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Dal rapporto si vede come il gioco online non sia per lo stato la fonte di tasse che si potrebbe pensare, anche se va detto che si tratta di un settore estremamente controllato. I conti di gioco online, identificati da un codice fiscale, sono infatti controllati centralmente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed essendo questi giochi interamente online, non c’è circolazione di denaro contante, al contrario di quanto avviene ad esempio con le video slot presenti in numerosi locali in Italia e che creano allarme sociale. In ogni caso, le entrate fiscali per lo stato sono state di 56 milioni nel 2009, 82 nel 2010, ma sono calate a 79 nel 2011 e 2012, mentre per quest’anno si dovrebbe arrivare a soli 74 milioni di euro.

Ed anche la raccolta (il totale delle somme giocate, “al lordo” quindi delle vincite) avrebbe raggiunto il picco nel 2012, mentre anche questa nel 2013 dovrebbe subire una contrazione. Dopo anni di continua crescita, la crisi sembra quindi farsi sentire pure in questo settore, sfatando il mito che il gioco online aumenta quando l’economia va male.

Bisogna ammettere che le cose non vanno male per tutti: nonostante il segmento che subisce maggiormente questa contrazione del mercato è il poker, ci sono da un lato operatori come PokerStars che accrescono la propria quota di mercato, grazie ad investimenti nel mobile (smatphone e tablet) e a iniziative di marketing, la partnership con Ronaldo il Fenomeno per esempio, mentre altre società hanno purtroppo chiuso i battenti.

E se quindi gli operatori più virtuosi trovano soluzioni per uscire dalla crisi, l’Italia del gioco online conferma la sua tradizionale spaccatura tra Nord e Sud. Questa volta, nonostante la maggiore carenza di infrastruttura digitale e differenza in termini di capacitá di spesa pro capite, sono il Sud Italia e le Isole a giocare maggiormente online. Se infatti dal punto di vista demografico risiede in questa parte d’Italia il 34% della popolazione, proviene da qui anche 46% dei giocatori online attivi da gennaio a maggio 2013. Anche in virtù della sua numerosa popolazione, la Campania è la regione italiana che ha il maggior numero di giocatori (il 18% del totale).

L’Italia del gioco è spaccata anche a livello di genere: per l’88% i giocatori sono di sesso maschile, anche se la quota di donne aumenta nei giochi di casinò (16%), mentre è minima nelle scommesse sportive (9%). Come era facile intuire, sono i giovani ed i quarantenni a giocare maggiormente, vista la maggiore diffusione di internet in queste fasce d’età. È curioso notare infine come siano i più giovani a preferire il poker, l’unico gioco tra questi in cui il giocatore può dire la sua, vincendo per le proprie abilità e non solo per la fortuna.


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