Diciamolo sommessamente: non poteva che finire così, con un braccio di ferro che colpisce al cuore le Istituzioni. Non poteva che finire così, con dei compagni di strada che vengono da una storia di continua sfida alla legalità costituzionale. Libertà e Giustizia che in questi anni non hai mai cessato di sottolineare l’estraneità della politica berlusconiana da qualunque sistema di democrazia occidentale, chiede oggi, in queste ore convulse e difficilissime, mentre il nostro Paese soffre la ferita della povertà e della mancanza di prospettive, alle forze politiche, ai singoli parlamentari che non condividono il ricatto allo Stato, un gesto di politica costituzionale: abbandonare il percorso di riforma (stravolgimento) della Costituzione, a partire dalla legge sciagurata che cancella, per questa volta, l’articolo 138. Le modalità per farlo, per essere domani i protagonisti di una vera e propria stagione costituzionale, sono molteplici. Sarebbe un segnale concreto di adesione ai principi della Carta, una dichiarazione di fedeltà alla giustizia uguale per tutti, e un importante segnale ai cittadini italiani che anche in questo Parlamento ci sono forze che non intendono piegarsi ai ricatti eversivi. Forze che si dedicheranno d’ora in avanti al difficile compito di darci al più presto una nuova legge elettorale.
*La presidenza di Libertà e Giustizia*