BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

La politica siete voi. Un caffè amaro per Silvio

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La telefonata intercorsa tra Obama e Rouhani merita di aprire questo mio faccia a faccia quotidiano con le notizie. Da 34 anni i presidenti dei due paesi non si parlavano; e se va avanti il dialogo tra Stati Uniti e Iran, in Medio Oriente tutto può cambiare. Il Libano potrebbe svegliarsi senza l’incubo della prossima guerra civile, i Siriani guarderebbero ad Assad come un semplice macellaio. Persino i governanti di Israele, scossi, dovrebbero abbandonare la furbesca politica del divide et impera. Le monarchie sunnite del golfo e il turco Erdogan, verrebbero restituiti ai suoi problemi interni, sviluppo e libertà, senza più la patente di “islamici moderati” che che rendeva commestibile il loro dispotismo a noi occidentali. Intanto il Consiglio di Sicurezza trova l’accordo contro la Siria, per l’uso dei gas. Forse è merito del  “papa venuto dalla fine del mondo”, ma Obama ha evitato un disastro militare annunciato e sta mettendo su un capolavoro diplomatico.

In Italia, il titolo più efficace lo devo a Civati. Crisi preterintenzionale. Le coup de theatre delle dimissioni annunciate ha fatto uscire il dentifricio dal tubo. E non si sa ora come rimetterlo dentro. Corriere della Sera. “Letta sfida il PDL: verifica in aula”. “Letta, prendere o lasciare”, dice La Stampa. Ma che vuole questo nipote di Gianni, si chiede irritato Il Giornale, davvero pensa si essere il premier? “Benzina sul fuoco” è il titolo, “Letta e Napolitano cercano lo scontro, tra i ministri volano insulti, il rebus di una nuova fiducia”. Fiducia? Ma cosa dici mai, Sallusti? Davvero Forza Italia, estorte le lettere di dimissioni (c’è chi ,come Minzolini, che se la porta sul cuore per leggerla a Mirta Merlino de “L’aria che tira”) davvero dopo questa minaccia finale, senza precedenti nella storia, Brunetta e Schifani potrebbero votare la fiducia al governo?

“Crisi? io non ne ho mai parlato”, avrebbe detto Berlusconi dopo la sbornia di psicofarmaci del giorno prima. Almeno questo racconta il retroscenista del Corriere, Francesco Verderami. Ma su La Stampa, un’altra presunta frase  di Berlusconi sempre tra virgolette. “Se in aula Letta provoca, il governo per noi è morto”. Stato confusionale, paura del carcere che i suoi amici de Gregorio, Lavitola e Tarantini gli stanno apparecchiando e adrenalina a mille, poi scoramento al punto da svenirne. E nausea, per vedersi ridotto ad accudire Dudù, perché la Pascale lo vorrebbe portare alla festa del nipotino. Ricorda una a una le mani che ha stretto, mani che gli promettevano solidarietà, ma restavano molli, infide, chissà forse pronte a applaudire un nuovo governo Letta. A levarsi al cielo per abrogare il porcellum, togliendo a lui, al Caimano, il diritto di vita o di morte (politica) sugli eletti del popolo della destra.

Scrive Massimo Franco: “qualcuno ha avuto il coraggio, o forse l’avventatezza di descrivergli il possibile epilogo dell’azzardo contro Enrico Letta? Un governo istituzionale spostato a sinistra e magari disposto a offrire incarichi di punta a esponenti del PDL. Schegge del centro destra e di “grillini” risucchiate nell’area governativa. Berlusconi additato come responsabile di un’Italia alla deriva. E lui, il Cavaliere, ormai decaduto da Parlamentare e dichiarato incandidabile”. Imponendo quella lettera di dimissioni ai suoi accoliti, Berlusconi si è giocata la benevolenza del lord protettore (Napolitano), ha rafforzato il Letta sbagliato (Enrico), facendone un eroe della stabilità, ha unito il Pd, come non si vedeva da molti mesi.

“Napolitano ha pronto un Letta bis”, scrive il Fatto Quotidiano. E perciò: “ora l’ostaggio è Berlusconi”. “Scontro finale, governo verso la crisi”, è il titolo di Repubblica. E, nelle pagine interne, si racconta un venerdì di passione, tenendosi  pronti  a celebrare presto la resurrezione di un nuovo Letta, di grinta e di governo. E la crisi economica torna a giocare contro il Cav. Sempre Repubblica: “A un passo dalla fine, martedì la fiducia, salta la manovrina, aumenterà l’IVA, da martedì carrello della spesa più caro e si riavvicina la seconda rata dell’IMU”. Ci si mettono pure gli industriali. Il sole24ore ricorda il disastro dello spread provocato due anni fa dalle tensioni Berlusconi-Tremonti e suggerisce che la scena si ripete, sempre per colpa del Cavaliere. Non c’è che dire, questa volta si è lasciato  incaprettare.*

Ora, naturalmente, tocca al Pd conservare nervi saldi. Non accettare provocazione (e ce ne saranno), votare senza schiamazzi la decadenza del condannato, premere per un programma limitato e sostenibile. Qualche tassa in meno sul lavoro dimenticando la revoca dell’IMU, uno o due tagli alla spesa per mostrare che è persino possibile risparmiare, un caldo incoraggiamento alle banche perché prestino denaro e non a strozzo. E soprattutto una nuova legge elettorale. Non sarà la legge che vorremmo. Temo proprio che i 5 Stelle, con Grillo sul groppone, che la Lega senza più l’alleato do governo, non faranno mai passare il doppio turno, immaginato dai saggi costituzionalisti del governo. Proporzionale, con preferenza unica? E sia! Alla fine Merkel governerà in Germania nonostante la maggioranza numerica nel Bundestag sia degli sconfitti: SPD più Verdi più Linke.

Da Sciacca, dove sono stato ieri sera, ospite, con Nicodemo, di Daniela e di un gruppo di ragazzi coraggiosi, a Desio, dove sarò stasera con Civati, tutta la nostra gente non ne può più di ricatti, ultimatum e quasi ultimatum, aspiranti parlamentari che elemosinano la candidatura dal capo. Le donne e gli uomini che incontro vorrebbero tornare a parlare di politica, con Renzi e Cuperlo, Civati e Pittella. E Barca, naturalmente, che porta la buona novella: la politica è per forza scegliere sindaci e assessori regionali, nominare presidenti di consociate e amministratori di parchi pubblici. La politica siete voi. È questo il risarcimento che il Pd vi deve.  Quanto al Caimano, forse questa volta si smacchia da solo. In venti anni “ha visto più cose di quanto noi non ne possiamo immaginare”. Fino a perdere il senso della realtà.

* modo con cui i mafiosi trasportano le loro vittime, mani e piedi legati al collo. Se ti dimeni finisci strozzato

da corradinomineo.it


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