[Decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235 (altrimenti detto “Severino” ndr). Titolo: “Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190. (13G00006)].
I soggetti che hanno superato l’esame di 5a elementare e dunque devono sapere leggere e comprendere il significato dei termini più elementari devono dunque sapere cosa vogliono dire: “divieto, conseguenti, sentenze”. Non v’è dubbio pertanto che chi s’ostina a parlare “d’incostituzionale retroattività”, accertato il suo superamento delle elementari, sta menando il caiman per l’aia. Ai voli pindarici poi del senatore Augello atterrati in Giunta sotto forma di (ben 95 pagine) pregiudiziali, osiamo dire che preferivamo i voli scorrazzanti negli agostani cieli marittimi trascinatori di striscioni osannanti il suo comandante: almeno quelli se li pagava lui e non noi.
In adempimento del succitato decreto la Giunta deve pertanto deliberare l’incandidabilità. Il decreto è talmente chiaro che, a scanso d’equivoci, ha pure stabilito (art.3 comma 1) che le sentenze definitive emesse nei confronti dei deputati o senatori in carica sono immediatamente comunicate alla Camera di rispettiva appartenenza sì da consentire a queste immediata disponibilità nell’agire. La comunicazione della sentenza definitiva c’è stata ai primi d’agosto. Siamo già a metà settembre, ma nulla s’è compiuto. Il caiman prosegue a menarsi per l’aia (e non solo dato che si sta menando anche per il Lussemburgo) e stiamo ancora ad attendere dove si vuole posare l’Augellin della comare (pardon, della camera).