“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione” C’è una distanza scandalosa tra il giuramento che i Ministri berlusconiani hanno solennemente declamato al Quirinale e le miserabili dimissioni eseguite su ordine del capo e del suo cerchio tragico. L’interesse esclusivo della Nazione ha lasciato il posto al volere eversivo di un padrone, che non bada a spese, ma vuole ubbidienza assoluta. Anche se questo significa seguirlo negli oltraggi alla Costituzione e assecondarlo a costo di far aumentare le tasse che lui sa come evadere. Ora qualche spergiuro se ne va mestamente, dopo anni di fedele servizio. Mentre altri si dichiarano “diversamente berlusconiani”, per allungare il guinzaglio senza strapparlo. Ma in tanto squallore, si vede almeno una speranza: la fine di un Governo infiltrato da un delinquente. Anzi, come direbbero i suoi, un perseguitato “diversamente onesto”.