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De Gregorio, nuova grana per Silvio

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Ora che l’ex senatore Sergio De Gregorio-noto alle cronache per aver già dichiarato in tribunale di aver ricevuto da Silvio Berlusconi tre milioni di euro per aver lasciato l’ora defunta IDV e aver  raggiunto il PDL che,da giornalista,lo portò nel 2006  a diventare senatore della repubblica-è costretto ad andare  in procura a raccontare le sue vicende, l’attuale senatore Berlusconi rischia a sua volta  di andare incontro a un’inchiesta più grave di quella che  conclusa il primo agosto scorso con la condanna definitiva della Corte di Cassazione per frode fiscale. Vale la pena ricordare peraltro che dal giugno 2007 De Gregorio è indagato dalla procura antimafia di Napoli per i reati riciclaggio e favoreggiamento della camorra e l’anno dopo( eletto in Senato per il PDL e subito tra i votanti la sfiducia al secondo governo Prodi) è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma per corruzione. Del resto, le indagini della procura di Napoli nascono da una serie di assegni firmati da de Gregorio  ritrovati durante una perquisizione a carico di Rocco Cafiero, detto “o’ Capriariello, ritenuto un componente del clan napoletano dei Nuvoletta. In questo senso le dichiarazioni di ieri dell’ex senatore sono particolarmente gravi perchè da una parte riguardano il fatto che De Gregorio ha rivelato che l’imprenditore di Arcore avrebbe,anche con la sua collaborazione,bloccato la rogatoria internazione della magistratura per ottenere le carte che riguardano i fondi neri del finanziere Frank Agrama dalla Cina a Milano.Le autorità di Hong Kong sono riuscite a far riman- dare sine die le decisioni sulle carte, interessanti per il proces- so Mediatrade,imputato Berlusconi,che sarebbero venute dalla Cina.E tutto si lega ad altri due processi in cui è imputato l’uo- mo di Arcore e per ora conclusi soltanto in primo grado,i processi Ruby e Ruby bis. E dai due processi,dicono fonti che provengono dalla corte milanese,sta nascendo un Ruby Ter che riguarderebbe l’azione corruttiva dell’imprenditore nei confronti di una quarantina di testimoni e lo stesso sembra emergere dal processo pugliese sulle escort di Tarantini. Insomma,un nuovo paradosso sembra agitare il nostro paese in questo lungo e confuso periodo di incertezza tra la decaden- za del senatore Berlusconi,i primi tentativi di approvazione di una riforma costituzionale che può diventare pericolosa e gli altri processi che,se non andranno in prescrizione,rischiano di far affondare appieno-su questo non abbiamo dubbi-l’ex presidente del Consiglio di Arcore.


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