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Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo: Aiutatemi ad ottenere giustizia per mio figlio Marcello Lonzi

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Lanciata da Maria Ciuffi  

Da 10 anni ormai mi batto perchè ci sia giustizia vera per la morte di mio figlio.

Indispensabile fare luce su tutto e chiarire come si sia potuto archiviare il caso come morte naturale, nello specifico: “un infarto”.

Marcello aveva la mandibola fratturata, due buchi in testa, il polso sinistro rotto, due denti spaccati, un’escoriazione a V, otto costole rotte.

Come può essere stato un infarto a ridurre così un ragazzo in piena salute? Marcello era finito dentro con l’accusa di tentato furto, condannato a nove mesi, ne aveva scontati quasi la metà. Ho saputo della sua morte solo il giorno dopo. Non mi hanno avvisata né i carabinieri, né la polizia, ma una zia di mio figlio. Ero appena tornata da lavoro, mi stavo per cambiare, quando sento suonare alla porta e lei mi dice: Marcellino è morto.

Sono corsa al carcere dove mi hanno tenuta più di un’ora fuori, al sole. Le guardie erano al cancello, mi guardavano ma non mi dicevano niente. Poi ho scoperto che mentre io aspettavo davanti al carcere, all’obitorio del cimitero di Livorno gli stavano facendo l’autopsia. La notizia era già sui giornali: “Il Tirreno” riportava “morto d’infarto”, “La Nazione” che si era suicidato. Li ho chiamati entrambi ed entrambi mi hanno detto che era stata la direzione del carcere a dir loro così.

Inaccetabile che tutto resti sommerso. Dal 2002 a oggi sono stati 1.036 i decessi all’interno degli istituti penitenziari italiani. Mille morti in dieci anni: metà suicidi, l’altra metà per malattia o cause “da accertare”… Far sì che esca la verità su Marcello farà anche in modo di cambiare le leggi e la tutela nelle carceri perché non capiti mai più una cosa simile.

Ho denunciato il pm che non aveva fatto alcun interrogatorio, ho pagato per far rifare l’autopsia e visti i terribili risultati nel maggio scorso ho denunciato per falso ideologico i tre medici che avevano redatto la prima autopsia, alla Procura. Ho chiesto di riaprire le indagini.

Chiedo che una commissione della Corte europea dei diritti dell’uomo riesamini il caso.

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