Nel 40ennale del golpe cileno, la Capitale merita una strada intitolata a Allende, il simbolo della via democratica alla rivoluzione La via cilena di Salvador Allende, ovvero la via della rivoluzione democratica fu, all’inizio degli anni 70, la stella polare dei movimenti popolari, in America Latina ma anche in Europa. Così come la sua fine sanguinosa, con il golpe militare dell’11 settembre 73, rappresentò un profondo trauma per tutti i popoli che aspiravano ad una trasformazione delle loro società attraverso la democrazia parlamentare: «con la forza di essere la maggioranza e la passione del rivoluzionario», diceva Allende. L’Italia fu il paese d’Europa in cui la vicenda cilena fu più sentita. Un’intera generazione fece ingresso nella politica sull’onda dei mille giorni di Allende e ancora di più durante le molte e imponenti manifestazioni di solidarietà dopo il bombardamento della Moneda, la sede presidenziale cilena. Il nostro paese, che nel sistema politico di Santiago si rifletteva come in uno specchio, diventò così la seconda patria per migliaia di rifugiati in fuga dalla dittatura militare. Sull’onda del golpe e della sconfitta di Allende, sulla dolorosa esperienza cilena la sinistra italiana di ogni ispirazione ripensò radicalmente la sua politica, e rifondò il proprio cammino. A 40 anni di distanza, una riflessione completa su quelle vicende è ancora lontana dalla sua compiutezza. Così come, dopo quindici anni di dittatura e altrettanti e oltre dal ritorno alla democrazia, il processo di verità e giustizia in quel Paese, pur faticosamente avviato, è ancora ben lontano dai suoi indispensabili traguardi. Intanto il tempo porta via vittime e carnefici, ma lascia i segni profondi e le conseguenze incancellabili di quanto è accaduto. Ripercorrere, con gli storici ed i testimoni dell’epoca, quegli avvenimenti non è solo una doverosa riflessione sulla tragedia di un popolo e il sacrificio del suo presidente, ma anche utile a far conoscere alle nuove generazioni il senso di quell’esperienza straordinaria e per questo soffocata nel sangue.
Per questa ragione l’AAMOD, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con l’IRSIFAR, Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza, la Cineteca Nazionale, Cinecittà Luce, l’Università Roma3, la Fondazione Basso, Amnesty International Italia, la Soprintendenza archivistica per il Lazio, apre i suoi archivi e li mette a disposizione di una nuova lettura e discussione pubblica a Roma, una città che fu uno dei principali riferimenti dei rifugiati cileni. Non causalmente proprio a Roma, nel ’75, fu colpito l’esponente democristiano in esilio Bernardo Leighton e sua moglie. Per questa ed altre ragioni L’AAMOD propone al sindaco e alla giunta di intitolare una strada a Salvador Allende.
Il lancio della proposta avverrà in una conferenza stampa lunedì 9 settembre alle ore 11.00 presso la sede dell’AAMOD, in via Ostiense, 106 (nel complesso della Centrale Montemartini). Il pomeriggio dello stesso giorno, nella sala di proiezione dell’AAMOD, verrà presentato (in edizione italiana e integrale) “Acta general de Chile”, un documentario di quattro ore girato da Miguel Littin in clandestinità. Un’esperienza straordinaria, sulla quale anni dopo Gabriel Garcia Marquez scrisse “Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile”. Martedì 10 settembre sarà invece il giorno di una lunga retrospettiva cinematografica che si terrà al Nuovo Cinema Aquila (via l’Aquila 68) a partire dalle ore 18. In programma: “El golpe de Estado” (seconda parte della trilogia “La batalla de Chile” di Patricio Guzman); “Intervista a Salvador Allende” di Roberto Rossellini (copia restaurata dalla Cineteca Nazionale); “La guerra delle mummie” di Walter Heynowski e Gerhard Scheumann. Infine, nella giornata di mercoledì 11, il convegno alla Casa della Memoria (via San Francesco di Sales, 5) sull’esperienza e la lezione cilene. Coordinamento di Carlo Felice Casula (professore di Storia Moderna a Roma3), con la partecipazione di A.Bistarelli (IRSIFAR) e U.Adilardi (AAMOD). Interventi previsti di Alberto Cuevas, Patricia Mayorga, Daniela Preziosi, Grazia Francescato, Paolo Brogi, Leonor G. Nascimiento, Maria Paz Venturelli, Raul Morales, Tano D’Amico, Gabriel Baudet, Riccardo Noury. Durante il convegno saranno proiettati “Cuando despierta el pueblo” (seconda e terza parte) del Colectivo Unidad Popular; ”11’09″01 SEPTEMBER 11” episodio di Ken Loac; “Calle Miguel Claro 1359” di T. D’Elia, D. Preziosi e U. Adilardi.
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