Care amiche, cari amici,
poco fa ho ricevuto una mail di Carlo Soricelli, l’infaticabile animatore dell’Osservatorio indipendente sui morti sul lavoro che tanti di voi conoscono, una mail gonfia di amarezza e da cui traspare un senso di solitudine; immagino che molti di voi, come me, l’abbiano ricevuta. Ad ogni modo, l’email è questa:
“Forse è giunto il momento di chiudere l’osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro. Cari amici anche oggi ci sono stati 6 morti sul lavoro. I nostri appelli che lanciamo ormai da 6 anni non sono mai serviti a niente: forse è giunto il momento di valutare se è ancora opportuno tenerlo aperto, se i nostri sforzi e sacrifici che sembrano vani possono veramente servire a qualcosa. Terribile sequenza di morti sul lavoro anche oggi, sono 5 di cui 3 in Sicilia e 2 in Toscana e uno in Campania. Le vittime sono nel comparto agricolo di cui 2 schiacciati dal trattore, un’altra vittima in Toscana travolta da un ramo e un giovane romeno di 19 anni intossicato dal monossido di carbonio. Anche l’edilizia paga il suo tributo di sangue di un 39enne schiacciato dal crollo di un muro. Dall’inizio di settembre sono già 61 i morti sui luoghi di lavoro e dall’inizio dell’anno 442. Purtroppo, ma ormai siamo stanchi di dirlo, la nostra sembra solo una tragica conta che non riesce a smuovere le coscienze di chi ci governa, sia a livello nazionale che locale. Tanto si potrebbe fare, ma il nostro parlamento è sempre impegnato a correre dietro alle beghe giudiziarie del “padrone” d’Italia e mai così distanti si sono sentiti i comuni, le province e le regioni nel nostro paese. Da quando abbiamo aperto l’Osservatorio, il 1° gennaio 2008, nulla è cambiato ed è stato fatto per alleviare il numero di morti che sono sempre gli stessi, e nelle stesse categorie. I nostri sacrifici, con un enorme impiego di tempo e di passione civile sembrano vani nel cercare di dare un contributo per il miglioramento di questa situazione. Forse è ora di fare una profonda riflessione per verificare se ne vale la pena di continuare questo lavoro volontario e di tenere aperto questo osservatorio, che sembra non riesca neppure a smuovere la sensibilità di chi ci dirige e che dovrebbe mettere la tutela della vita di chi lavora tra le priorità. Purtroppo della vita di tanti lavoratori che muoiono così tragicamente sembra non importi niente a chi è stato “democraticamente” eletto nel nostro parlamento e nelle istituzioni locali. Carlo Soricelli
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro: Terribile sequenza di morti sul lavoro…
cadutisullavoro.blogspot.com“.
Alla mail di Carlo ho risposto così:
“Caro Carlo,
comprendo e condivido amarezza e momenti (parlo di momenti) di frustrazione. Ce n’è di che. Tuttavia sapere, informare, conoscere è importante, essenziale. Se viene meno questa voce, non solo i sacrifici e l’impegno degli anni passati vengono pregiudicati, ma anche di quei poveri morti non resta più traccia, e invece anche se uno solo grazie al tuo lavoro ha acquistato coscienza e consapevolezza, è importante. No, consapevole che per me è facile dire e scrivere queste cose, e che il carico del lavoro cade sulle tue spalle, ti dico: se puoi, stringi i denti, magari prenditi qualche ora di “stacco” per poi subito riprendere con l’impegno di sempre. Proprio quello che dici rende necessario quello che hai fatto. E poi, come dice il romanzo di uno scrittore, St. J. Agnon, confidiamo che alla fine “il torto diventerà diritto”: Non troppo alla fine, magari”.
Carlo tuttavia, al di là del momento, mi auguro passeggero, di scoramento, ha ragione. A queste tragedie che si consumano a cadenza quotidiana si dovrebbe prestare maggiore attenzione. Da parte di chi fa informazione, da parte delle istituzioni. Nella passata legislatura avevo preso con l’allora parlamentare Maria Antonietta Farina Coscioni un impegno: redigevo per ogni morto sul lavoro di cui venivo a conoscenza il testo di un’interrogazione ai ministri del Lavoro e della Salute, e lei la presentava. In breve centinaia di interrogazioni, qualcuna ha avuto anche risposta: burocratica e fredda, ma lo si faceva perché si intendeva almeno lasciare una traccia in un atto parlamentare, perché non venisse dimenticata la quotidiana tragedia. Ora non so se ci sia una/un parlamentare disposto a raccogliere quel “testimone”, quell’impegno. Sembrano davvero tutti in altro affaccendati. Proprio per questo, ripeto, è importante e necessario il lavoro di Carlo. E penso che se in queste ore anche altri gli invieranno mail di solidarietà e di “non mollare”, ne ricaverà quanto basta per superare il momento di scoramento e amarezza che ci ha comunicato.