C’è un cadavere in Campania che nessuno potrà seppellire. E’ un terreno di 20 chilometri quadrati irrimediabilmente compromesso dai rifiuti interrati illegalmente, che hanno inquinato anche le falde acquifere sottostanti. Il veleno ha talmente permeato in profondità questa terra, da renderla morta, non più bonificabile. E’ una perdita enorme, terribile: che meriterebbe un funerale pubblico. La terra è fonte di vita per tutti e non può essere sconsacrata dall’avidità di pochi. I terreni agricoli sono ancora considerati più scadenti rispetto a quelli edificabili. E’ ora di cambiare questo giudizio, di avere un nuovo rispetto per la terra che ci sfama. E’ ora di vigilare come cittadini contro il consumo del territorio e di scandalizzarci per la sua morte.