Le vere larghe intese Berlusconi le ha fatte con la mafia, tramite Dell’Utri.
Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Palermo condannando l’uomo Fininvest in Sicilia, che sistemava i rapporti con i boss per conto di B. Tutti sapevano dei rapporti di B con la mafia, tanto da ospitare in casa lo “stalliere” Vittorio Mangano, che egli definì un eroe per non aver rivelato nulla ai giudici fino alla sua morte.
Ora alcuni punti devono essere chiari.
1 – Chi accetta di trattare con la mafia è un mafioso
2 – Se un politico elogia i mafiosi, è ovvio che insulti i magistrati
3 – Il PDL è organizzato come una famiglia retta da un boss, proprio come quelle mafiose.
4 – Questa legge elettorale accentua il potere del boss, che sceglie personalmente i più fedeli da mandare in Parlamento.
5 – L’alto numero di questi parlamentari della “famiglia” di B, ha infiltrato il Parlamento di persone che non riconoscono lo Stato e le sue leggi, ma solo i vantaggi per il clan e soprattutto per l’indiscusso capo-clan.
Chi ama la democrazia non può tollerare questa profonda infiltrazione di anti-Stato nello Stato. Con la mafia non si deve “convivere”, la si deve combattere e basta.
A costo fare un nuovo governo.