Andreotti con la gonna. Un caffè tedesco

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Caffè tedesco, amarissimo. Non tanto per il trionfo di Angela Merkel, che pure c’è stato, ma che si è consumato in primo luogo a spese degli alleati liberali, che perdono più voti di quanto la Cancelliera non ne guadagni ed escono dal Bundestag, ma per l’evidente stato confusionale delle sinistre. La SPD non ha un’idea per l’Europa e balbetta anche sul futuro della Germania. Non si è mai veramente opposta all’opportunismo pan tedesco di Angela, non ha saputo dialogare con i verdi e ha rifiutato di farlo con la Linke. Ora ai socialdemocratici tedeschi, non resta che sedersi al tavolo del vincitore indiscusso, concedergli un accordo, ottenendo in cambio quel poco che si può ottenere. E poi, subito, fare i conti con i propri errori, ripensare la sinistra, con un occhio già alle elezioni europee della  primavera.

“La vittoria storica di Angela Merkel”, scrive il Corriere della Sera. Repubblica mette le stesse parole in un ordine diverso, ma il risultato non cambia: “Germania, Merkel, vittoria storica”. “Merkel stravince”, dice La Stampa. Divertente il Giornale, che dopo il lutto dell’edizione on line “ci toccano altri 4 anni con la Merkel”, nel giornale di carta si salva annunciando, forse auspicando, una prossima crisi di governo: “Letta al capolinea. Saccomanni minaccia dimissioni, ma Forza Italia non ha intenzione di cedere”.

Come sarà il terzo mandato della Merkel? Dipende da quel che succederà non in Germania ma intorno alla Germania. Ricordo bene le concessioni che Helmuth Kohl dovette fare all’Europa (per esempio l’ingresso dell’Italia nell’euro) per portare a casa l’unificazione tedesca. Ma allora c’era Mitterrand. In seguito, socialdemocratici tedeschi, progressisti e democratici italiani, socialisti francesi, fulminati dal neo capitalismo e dalla sua ideologia, hanno affidato solo alle virtù dell’Euro e alla vigilanza della BCE la costruzione dell’Europa. E per questo paghiamo oggi tutti: una Germania che si sente di nuovo il sale e il centro d’Europa, che dà lezioni e umilia la Grecia, che lascia che in Spagna si bruci un’intera generazione di senza lavoro, e minaccia l’Italia. Dove può andare la Germania, questa Germania? Secondo me, da nessuna parte. Se tira la corda, i paesi mediterranei saranno costretti a battere altre strade, a distaccarsi dalla locomotiva tedesca, probabilmente ad abbandonare l’Euro. La Germania si troverà troppo sola, troppo fragile senza il grande mercato del sud.

Sì, ci sarebbe bisogno di un’alternativa, anche per salvare la Germania dal delirio di onnipotenza, dopo il “trionfo” dell’opportunista Merkel. Una posizione comune, in vista delle prossime elezioni europee tra Pd, SPD, socialisti francesi, greci e spagnoli. Una alleanza non chiusa ad altre forze della sinistra, Verdi tedeschi, Syriza in Grecia, Izquierda Unida in Spagna. L’Europa sarà politica o non sarà. Stato sociale, diritti civili, difesa del patrimonio culturale, storico e naturale, solidarietà tra nord e sud, e lotta comune alla disoccupazione, in particolare alla disoccupazione giovanile.

da corradinomineo.it


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