“La Costituzione non è un semplice documento, ma lo strumento che ha consentito in Italia di superare crisi drammatiche e di mantenere saldo il riferimento alla democrazia”. E’ con la difesa (e il rilancio) della Costituzione dai tanti tentativi di stravolgimento che il giurista Stefano Rodotà apre e chiude l’intervista rilasciata ad Articolo21. Verso l’assemblea dell’8 settembre, che preparerà una grande manifestazione per il 5 ottobre.
Professor Rodotà, con Zagrebelsky e Landini siete convinti che esista la necessità di creare un’aggregazione che non solo abbia a cuore la difesa della Costituzione, ma anche il cambiamento della società dopo 20 anni di regime.
In sostanza abbiamo fatto questa riflessione: c’è stata e rimane un’opposizione ai tentativi di stravolgere Costituzione e legalità. Gli esempi sono molti, a cominciare dal blocco della “legge Bavaglio”, fino al sostegno dato all’ostruzionismo che ha impedito di approvare il disegno di legge sulla revisione costituzionale, nel silenzio di agosto. Ora, le diverse forze politiche, sociali e civili che sono state e sono protagoniste di questa vicenda, come testimoniano anche i molti appelli di questo periodo, hanno molte potenzialità per creare uno spazio politico indispensabile per una “rifondazione” della stessa politica. Tutto questo è indispensabile, perché la politica ha perduto orizzonti e riferimenti forti. L’orizzonte è ormai quello dei giorni se non delle ore. L’unico riferimento ossessivamente ripetuto è quello “all’emergenza”!
Per riempire il vuoto determinato da questo continuato rimpicciolirsi della politica è importante mettere nella condizione di agire in comune i molti soggetti, che già sono attivi. Questo è l’obiettivo dell’iniziativa appena presa, che si muove in diverse direzioni. Anzitutto creare occasioni di azioni comuni, discutendone nell’Assemblea dell’8 settembre, che preparerà una grande manifestazione per il 5 ottobre. In secondo luogo e in parallelo, riformulare l’Agenda politica, in modo da indicare le priorità essenziali per cominciare ad uscire dalla situazione attuale, dall’attuale “vuoto” di politica”.
E quali sarebbero le emergenze da affrontare?
Riforma elettorale subito, per liberare l’intero sistema politico da rischi e ricatti, che sono resi possibili dalla permanenza del Porcellum. Questa indicazione urgente deve essere accompagnata da una concreta politica, che valuti l’emergenza fuori dallo schema che vuole imporre un rapporto di necessità tra le emergenze attuali e il “governo delle larghe intese”, come unica soluzione possibile. Muovendo da queste due premesse,la Bussolaè nitidamente indicata dalla Costituzione: centralità del lavoro, non solo come grande questione economica, ma come tema centrale per quanto riguarda la vita e i diritti delle persone, la coesione sociale e, dunque, la tenuta stessa della democrazia. Il tema della politica si identifica dunque con quella della “politica costituzionale”, che consente pure di guardare alla dimensione europea che oggi è amputata di tutta la dimensione dei diritti, nonostante che l’Europa si sia dotata di una Carta dei diritti fondamentali, che ha lo stesso valore dei Trattati europei. In definitiva, non si tratta di creare un campo di forze autoreferenziali, come è diventata quasi tutta la politica, ma di andare oltre le frantumazioni attuali, non solo per rendere possibili elaborazioni comuni, ma anche per rendere possibili un’azione in grado di opporsi alla frammentazione e alle diverse pratiche che stanno svuotando il significato stesso della Costituzione.
Ma le diverse anime culturali, dal liberalismo al cattolicesimo del dissenso fino alla “sinistra antagonista”, come possono coesistere in questo Fronte?
E’ una domanda che si ripete in tutte le situazioni. Non vogliamo evidentemente eluderla, ma vogliamo rispondere ad essa, partendo da un dato concreto, qual è appunto la Costituzione: non un semplice documento, ma lo strumento che ha consentito in Italia di superare crisi drammatiche e di mantenere saldo il riferimento alla democrazia.