di Gianluigi Salerno
Pantaleo (Flc-Cgil) ”Una situazione caotica e intollerabile”
ROMA – Settembre è alle porte e ogni studente inizia a fare i compiti lasciati in arretrato dall’inizio dell’estate, prepara la sua cartella e aspetta, un po’ ansioso, il suo ritorno tra i banchi. Se la data d’inizio scuola è una sicurezza per gli studenti, non lo è tuttavia per migliaia di insegnanti, che si trovano, fermi ed inermi, in un limbo burocratico, nella speranza di trovare il loro nome nella lunga, ma non troppo, lista dei 15.000 (11.000 insegnanti e 4.000 ATA) forse assunti dal Ministero dell’istruzione. Non si sa dove, non si sa quando, non si sa per quanto.
È questa condizione di incertezza che caratterizza oggi la nostra scuola e il suo personale, condizione contro la quale gli studenti, i professori e il personale della scuola e tutti quelli che hanno a cuore il destino e l’efficienza della scuola pubblica, scenderanno in piazza. Infatti la Rete degli studenti, sindacato studentesco a livello nazionale, ha già indetto una grande manifestazione di protesta per l’11 ottobre. In piazza ovviamente saranno portati anche tutti gli altri grandi temi che da anni sono al centro della discussione sulla scuola.
Per dare uno sguardo più attento e più ravvicinato a queste problematiche, abbiamo sentito il parere di Domenico Pantaleo, segretario generale FLC-CGIL, in esclusiva per Dazebao.
“Stiamo pagando le conseguenze delle scelte fatte negli ultimi anni sulla scuola. Decisioni prese in base a ragionamenti esclusivamente economici e che ancora seguiamo, grazie alle quali ci troviamo con una bassa possibilità d assunzione, che va a pescare insegnanti da concorsi svolti nel ’93”. È evidente che Pantaleo si riferisce alla tragica gestione della scuola pubblica del tandem Gelmini-Tremonti, che ha praticato una politica di tagli indiscriminati penalizzando oltremodo la scuola pubblica.
Il segretario aggiunge poi, “ È una situazione caotica e intollerabile che impedisce alla scuola di offrire una formazione adeguata, soprattutto ora che regna la competizione globale”.
Se non saremo in grado di rendere i giovani capaci di trovare lavoro all’estero tanto vale non farli lavorare neanche in Italia, sembra questa la logica che accompagna le decisioni di cui parla Pantaleo . Il problema del precariato infatti è ormai molto diffuso e colpisce duramente anche la scuola, che non avrà nessun piano di stabilizzazione. Secondo Pantaleo “si allarga pericolosamente la forbice tra numero di precari e numero di assunti stabilizzati, per effetto del blocco dei contratti nazionali”. Si sa, la scuola pubblica allo Stato costa, ma è giusto che sia così. È un investimento sul futuro. Perciò non va tolto neanche un euro dai finanziamenti già decisi, ma anzi bisogna solo aggiungerne.
E se a soli venti giorni dal suono delle campanelle ci troviamo nel caos, che, secondo il governo, dovrebbe risolversi in pochi giorni, parole “accettate di buon grado ma che sembrano per ora vuote”, come ribadisce Pantaleo, per tutto il resto dell’anno gli studenti e gli insegnanti rischiano di ritrovare quei pesanti disagi che ormai segnano la scuola da anni e anni. Nel discorso di investitura alle Camere, il premier Letta si è impegnato in un massiccio finanziamento per l’edilizia scolastica e per sostenere la qualità formativa della scuola pubblica. Speriamo che mantenga la promessa. La scuola d’altronde non è che mura e persone, ed è la qualità di queste che garantisce una buona istruzione.
da dazebao.it