BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

“Si evoca il cambiamento per tentare di mascherare la realtà”. Iacopino risponde a Baldi

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Ida Baldi mi pone delle domande (e non credo solo per l’incarico che attualmente ricopro). Un pizzico di storia minore. C’erano 21 scuole. Nessuna aperta con la mia firma. Ora sono 11 e tutte quelle chiuse lo sono state con la mia firma. Alcune “rubavano” i soldi ai colleghi. Una vergogna tollerata per ragioni insopportabili. Pensate che a fare le ispezioni, su delega dell’Odg, erano a volte gli stessi che insegnavano nella stessa scuola, pagati dall’Università (e Ida lo sa bene perché fu protagonista con me di un’ispezione a sorpresa nella quale si tentò perfino di corrompermi). La prima cosa che ho proposto e voluto, quando nel 2007 sono stato eletto segretario, è stato inserire nel Quadro di indirizzo una norma sulle incompatibilità. Non è stato facile. I verbali di quelle riunioni possono documentare chi ha cercato di ostacolare o limitare l’impatto di quella norma.
Rispondo alle domane della collega Baldi, la quale mi permetterà una conclusione amara.
1) Trovo lodevole che gruppi editoriali decidano di investire nella formazione. Lo auspico, sia da parte della Rai sia di altri. Non c’entra un bel nulla, a tal proposito, l’esistenza dell’Odg che, lo dico per la mia competenza, nella chiarezza delle regole non penso contrasterebbe tale soluzione, se prevista da norme chiare o non vietata da quelle esplicite.
2) È davvero curioso il tentativo di mescolare selezioni e chiamate dirette, con il condimento di un colpo di teatro dell’annuncio che il concorso pubblico Rai sarà aperto a tutti i giornalisti professionisti, “quindi anche i colleghi provenienti dalle altre scuole”. Cosa che non è avvenuta nella selezione di 35 su 35 (non ricordo altre assunzioni così massicce per chiamata diretta, ma potrei sbagliare). Visto che Baldi (membro del direttivo dell’Usigrai) lo apprende e lo comunica l’8 agosto, forse non sono state inutili la denuncia dei colleghi di Come loro (non mia che mi sono limitato a protestare telefonicamente, inascoltato, con il segretario dell’Usigrai il 2 luglio, prima che le assunzioni fossero fatte, mantenendo un silenzio pubblico fino al 3 agosto, quando sono stato chiamato in causa personalmente) e l’intenzione del presidente della Vigilanza, Roberto Fico di chiedere informazioni sui criteri di chiamata.
3) Confermo il giudizio positivo, anche mio personale, sulla scuola di Perugia e la data della verifica, indicata da Baldi, precedente al comunicato congiunto Rai-Usigrai a conclusione di un accordo dal quale l’Odg, unico tra gli istituti di categoria, è stato tenuto all’oscuro, non venendo invitato al tavolo, pur essendo parte essenziale nel riconoscimento della funzione abilitante della scuola stessa.
4) La questione si pone per Perugia a seguito del comunicato formale Rai-Usigrai e della chiamata diretta di 35 su 35 dalla stessa scuola. Il 2 luglio chiesi a Di Trapani di riformularlo: inascoltato. Sarebbe interessante l’Usigrai facesse sapere a tutti se i 35 esauriscono il bacino degli ex allievi della scuola o, in caso contrario, come sono stai scelti. Sono certo non si sottrarrà.
5) Abbiamo già alcuni elementi, richiesti da tempo ma che ci vengono forniti con lentezza esasperante. Alla ripresa, chiederemo alle scuole (che ora non sono in attività) di fornirci, a pena di valutazione negativa, ogni elemento. Renderemo pubblici sul sito dell’Odg le risposte e i silenzi.
6) Non è una menzogna, ma una volgarità. Il presidente dell’Odg ha caldeggiato, con tutte le sue energie, una proposta di riforma (messa a punto da un gruppo di lavoro del quale, con altri, faceva parte Giorgio Balzoni), approvata quasi all’unanimità dal Cnog, che in corso d’opera è stata modificata con un emendamento riguardante la materia elettorale che il Cnog, sostanzialmente alla unanimità, aveva deciso di conferire ad un regolamento di più facile modifica rispetto ad una legge. Il presidente dell’Odg da alcuni mesi viene vilipeso da alcune associazioni di stampa, culturalmente vicine a Baldi, nel silenzio di tutti gli organismi di categoria, Usigrai compresa, per aver sostenuto proprio il “ricongiungimento” che consente ai pubblicisti di nome e professionisti di fatto di accedere all’esame.
7) Noto che ci sono pubblicisti buoni (quelli che sono sulle posizioni dell’autrice della nota) e pubblicisti cattivi (quelli che sostengono me). Non sono domande, sono miserie che non si mascherano con un banale “mi rifiuto di credere”. Compio un atto di arroganza: credo che nessun dirigente delle istituzioni si sia esposto quanto me negli ultimi anni per tutelare i diritti di chi fa questo mestiere. Lo stesso segretario della Fnsi, recentemente, ha avuto la cortesia, a proposito dell’equo compenso, di fare questo riconoscimento pubblico all’Odg e al sottoscritto. Non sono favorevole alla distinzione tra pubblicisti e professionisti, ma ne auspico una tra chi fa questo lavoro, e vive di esso, e chi non lo fa.
8) Le costose scuole sono state tutte create da persone culturalmente vicine a Baldi e con le quali lei è stata eletta nel Cnog. Tutte. E i controlli farsa venivano disposti e fatti da persone culturalmente vicine a Baldi. Tutti, fino quasi l’intero 2007. Sono, non da oggi, favorevole all’accesso per via universitaria, mantenendo l’esame di abilitazione.
9) Accolgo la proposta di moratoria (non so bene se Baldi ha valutato bene che cosa significhi per le strutture e le attrezzature) che sarà argomento di un confronto sereno con i Master tra settembre e ottobre. Senza fare demagogia: dai Master non escono “a centinaia”, ma (non ho con me i documenti) circa 150 su base annua. Sono troppi? Forse sì, ma la maggior parte dei neo professionisti è fatta da collegi ai quali è stato riconosciuto il praticantato d’ufficio, dopo anni di vessazioni e diritti negati. In questo clima di demagogia diffusa, anticipo un’obiezione, informando che  per bloccare gli esami occorre una legge dello Stato.
La conclusione. Mi addolora (ma non mi sorprende) che si evochi il cambiamento per tentare di mascherare la realtà: la Rai ha documentato che usa la scuola di Perugia come scuola aziendale, cosa proibita dall’articolo 2 del Quadro di indirizzi.
Il treno del cambiamento, senza binari (le regole) deraglia!
Ogni buona proposta passa, infatti, per una norma elementare. Il rispetto delle regole, in attesa di cambiarle. Proprio quelle regole che la Rai ha platealmente violato. Se non si fa così, si pretende, con arroganza, che prevalgano le proprie ragioni, senza alcun rispetto per gli altri.
È questa “la realtà dei fatti”. È questo “il buonsenso”: rispettare le regole fino a quando non si riesce a cambiarle. Il resto è stridore di unghie mentre ci si arrampica sugli specchi.

P.S. Non so quanto fondata sia l’allusione (perché chiamarla in altro modo!) di Baldi (che è stata membro del Comitato, il Cts, che controlla le scuole). Non ho memoria di sue precedenti denunce riguardo allo Iulm. Confido, ripeto, che Baldi non avrà alcuna difficoltà a fornire all’Odg l’elenco nominativo di tutti gli ex allievi di scuole che lavorano in Rai, con le varie tipologie di contratto. Allo Iulm chiederò, in maniera altrettanto formale, l’elenco e la destinazione di tutti i suoi ex allievi. Vedremo quel che emergerà. E lo aggiungeremo per una riflessione (non per un processo) a quel che è già emerso: un comunicato formale e 35 su 35 neo assunti provenienti dalla scuola di Perugia.


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