80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Puntare sui libri per “mettere questo mondo sottosopra nuovamente nel modo giusto”

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L’appello di Giusi Nicolini (nella foto) ricorda quello di un’altra donna, Jella Lepman. Giornalista, rifugiata a Londra per sfuggire alla Germania nazista, alla fine delle Seconda guerra mondiale torna in patria per lavorare sui bisogni delle donne e dei bambini per conto degli Stati Uniti. È qui che ha un’intuizione: puntare sui libri per “mettere questo mondo sottosopra nuovamente nel modo giusto”, cominciando dai bambini. E mentre la Germania cerca di rialzarsi dopo la devastazione della guerra, lei, Jella Lepman, invia un appello a venti nazioni non per chiedere, cibo, vestiti, o soldi, ma per chiedere libri, il cibo per l’intelletto. Ne arrivano quattromila con i quali allestisce la prima mostra internazionale di libri che permette a migliaia di bambini di sedersi per la prima volta al tavolo di una biblioteca e sfogliare un libro illustrato. Per Jella Lepman quei bambini, che avevano conosciuto solo l’orrore della guerra e la violenza dell’ideologia nazista insegnata sui banchi scuola, potevano diventare divulgatori di pace attraverso la lettura. Una scommessa vinta. Così Giusi Nicolini. Mentre Frontex – l’Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne  – lancia l’allarme sui 1300 migranti sbarcati nell’ultima settimana tra Sicilia e Lampedusa, il sindaco dell’isola si preoccupa dei libri. A Lampedusa non ci sono né biblioteche né librerie. Mandateceli, chiede. L’emergenza per lei è la cultura. E la prima risposta è arrivata proprio da Jella Lepman, o meglio da IBBY, l’International Board on Books for Young People, l’organizzazione internazionale da lei fondata per promuovere i libri nel mondo, soprattutto tra i più giovani. L’idea è quella di una biblioteca per ragazzi a Lampedusa, dedicata ai bambini italiani  che vivono sull’isola e a quelli ospiti del centro di primo soccorso e accoglienza. Per conciliare la pluralità di lingue hanno scelto i “silent book”, i libri muti, illustrati perché diventino ponte tra le diversità e favorire l’incontro e la conoscenza. I libri muti sono arrivati a centinaia, come stanno arrivando libri di ogni tipo dopo l’appello di Giusi Nicolini. Perché le emergenze si superano investendo sul lungo termine. Perché le emergenze ci saranno sempre e ci vorrà gente capace di riconoscerle e affrontarle. Perché anche l’intelletto va nutrito. Perché la lettura è un modo per conoscere il mondo e le differenze ed è anche un modo per apprezzarle e imparare a rispettarle. Valeva ieri per la Germania del post nazismo, vale oggi per Lampedusa, l’isola senza biblioteche e librerie.


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