Ci vorrà ancora (troppo) tempo prima che il popolo italiano possa finalmente conoscere quando, come e dove verranno eseguiti materialmente i disposti della sentenza definitiva di condanna in capo al pregiudicato senatore. Occorreranno più di due mesi per sapere che “tipo” di limitazione alla libertà personale il soggetto sceglierà e un tempo indefinito per sapere se la “camera alta” applicherà la legge Severino quanto alla sua decadenza, sempre che non si dimetta sua sponte o intervenga prima il nuovo computo degli anni per la pena accessoria. La delibera di giunta, probabilmente a favore, scatenerà polverone, ma giusto buono per riempire pagine e schermi e soprattutto dare modo allo zoo istituzionale (falchi colombe rettili ortotteri ecc.) d’insozzare ulteriormente il resto delle istituzioni, in primis la magistratura.
E’ dal primo agosto, infatti, che il popolo italiano è costretto a subire impotente (?!), volgari aggressioni verbali a danno dei suoi magistrati e altri funzionari. Ci verrebbe da pensare che la sospensione della pena possa rivelarsi eccesso di discrezione, tenuto pur conto che il soggetto pare stia valutando di scegliere d’entrare nella casa circondariale anziché nei dorati domiciliari o nei servizi socialmente utili. Certo, è uno dei tanti illimitati suoi piani B, tuttavia sono le prese per i nostri lati B che oggi hanno veramente superato tutti i limiti…