Ieri sera a Milano si è tenuta una fiaccolata di solidarietà per Padre Paolo Dall’Oglio scomparso in Siria fra il 28 e il 29 Luglio. Pochi giorni fa il capo dell’unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, si era così espresso riguardo le speranze di ritrovare presto il gesuita: “E’ come cercare un ago in un pagliaio”. Oggi Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento Informazioni e Sicurezza, ha riferito al Copasir che ancora non è stato stabilito alcun contatto con i rapitori di Padre Dall’Oglio e ha confermato che il rapimento sia avvenuto per mano del gruppo jihadista denominato “Emirato di Tall Al Abiad”. Massolo ha inoltre manifestato un cauto ottimismo riguardo la soluzione del sequestro del giornalista de La Stampa Domenico Quirico i cui rapitori sembrerebbero essere riconducibili a un gruppo di criminalità ordinaria. Non possiamo conoscere i motivi che hanno portato al rapimento dei due nostri connazionali, tutto è confuso nell’immenso campo di battaglia che ormai è diventata la Siria, quel che è certo è che Padre Dall’Oglio e Domenico Quirico sono persone scomode perché documentare e raccontare quel che accade, denunciare la grave emergenza umanitaria di questo popolo, volutamente ignorata dal resto del mondo, è scomodo.
Nel Marzo scorso il Direttore dell’Unicef Anthony Lake aveva dichiarato: «Milioni di bambini all’interno della Siria e in tutta la regione sono testimoni della scomparsa del loro passato e del loro futuro a causa delle macerie e della distruzione di un conflitto prolungato. Il rischio che diventino una generazione perduta cresce ogni giorno»
Solo nell’ultimo mese sono morte 2464 persone di cui 293 sono bambini. Appare sempre più difficile anche la minima speranza di una possibile risoluzione pacifica del conflitto, specie dopo le ultime dichiarazioni di Assad in cui sostiene che l’unica soluzione al terrorismo sia l’uso del pugno di ferro, un pugno di ferro che non ha mai risparmiato ad usare fin dal Marzo del 2011 verso la popolazione civile che manifestava per chiedere libertà e democrazia.
Auspichiamo la liberazione di questi nostri connazionali perché le loro testimonianze e le loro azioni sono importanti non solo per la Siria. Padre Dall’Oglio ha speso la sua vita nell’impegno per il dialogo fra il mondo cristiano e quello islamico. Ieri Michael Morell, numero due della Cia, ha dichiarato che è la Siria la minaccia piu grande alla sicurezza degli Stati Uniti e che una caduta del regime di Assad potrebbe trasformare il paese in una roccaforte bene armata di Al-Quaeda e che il conflitto potrebbe estendersi in Libano, Giordania e Iraq.
Non possiamo non preoccuparci di quello che accade in Siria perché, oltre ad una questione di quella che dovrebbe essere una naturale manifestazione di umanità verso i nostri fratelli, l’espandersi della violenza potrebbe presto toccarci direttamente, alla luce di questo l’operato di Padre Dall’Oglio per il dialogo appare ancora più prezioso.