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L’iniziativa: un libro per Lampedusa. Dalla conoscenza nascono le ragioni per superare la paura e aprirsi al dialogo

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Papa Francesco ha scelto l’isola di Lampedusa per lanciare il suo messaggio alle periferie del mondo, per segnalare la necessità di accogliere e di includere coloro che scappano dalle guerre, dalla fame, dalla miseria. Ha scelto quel luogo per la sua forza evocativa, quasi un approdo obbligato per gli ultimi della terra, ma anche una terra che ha imparato a spezzare il pane,a dialogare con gli altri, a realizzare ponti tra le tante differenze e le tante disperazioni che si concentrano in uno spazio così piccolo.
Per questo ci ha colpito l’appello, forte e civile, che il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, la signora che ha accolto il Papa, ha rivolto a tutti gli italiani chiedendo libri per realizzare una biblioteca civica. Si perché si vive anche di libri, di libera circolazione delle opinioni, perché anche dalla conoscenza nascono le ragioni per superare la paura e aprirsi al dialogo, che non significa annullamento della propria identità, ma reciproco arricchimento.
A Lampedusa, se ce la faranno, vogliono realizzare anche una libreria per i ragazzi, con tanti libri “Muti” fatti di sole immagini, destinati a chi non parla la nostra lingua. Proposte intelligenti, da diffondere e da sostenere, che si muovono nel segno di quella straordinaria giornata con Francesco.
Chi può mandi un libro a Lampedusa, lo spedisca direttamente al Comune. Chi sa, forse tra i tanti volumi, ne arriverà uno spedito dal Papa e magari sarà una copia di quel “Cantico delle Creature” che sembra essere stato scritto per le Lampedusa di ieri e di oggi.

da SanFrancesco.org


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