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ALESSANDRO PACE: “Nessuna ‘pacificazione’ a spese della Costituzione!”

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“Il governo non ha un ruolo nella revisione costituzionale, perché non costituisce indirizzo politico della maggioranza. Questo implica delle distorsioni sul procedimento di revisione…” Alessandro Pace professore emerito di Diritto costituzionale e presidente di “Salviamo la Costituzione” intervistato da Articolo21 esprime le proprie preoccupazioni, di merito e metodo, sulle modifiche della Costituzione

Non le sembra che, dopo le 200 mila firme alla Petizione “Non vogliamo la riforma della P2”, sia arrivato il momento di riunire i movimenti per organizzare un’iniziativa comune?
“Certamente, come Presidente di “Salviamola Costituzione”, penso che dobbiamo programmare riunioni e iniziative comuni per ottobre e novembre, in quanto abbiamo guadagnato del tempo, in ragione all’ostruzionismo dei “grillini”: la prima votazione della Camera ci sarà infatti ad inizio settembre e quella decisiva ai primi di dicembre. L’iniziativa si dovrà collocare tra ottobre e novembre per evitare che nella seconda deliberazione si arrivi ai 2/3 dei votanti a favore della revisione dell’articolo 138, che significherebbe l’impossibilità di fare il referendum. Dobbiamo convincere tutti i deputati dal PD al PDL a non votare quel testo, a meno che già nella prima deliberazione della Camera non passi un emendamento al testo del Senato, dove è stato addirittura peggiorato il testo iniziale”.

Forse oggi, anche dopo la sentenza della Cassazione su Berlusconi, c’è la possibilità di riunificare le diverse forze che si oppongono a questo stravolgimento della costituzione
“Non credo che la condanna di Berlusconi possa aiutarla. Quelli che erano contrari alla Costituzione prima rimangono anche ora. A meno che la presenza di Berlusconi non condizionasse quelli del PDL  più di tanto. Qualcuno che crede nella costituzione dovrebbe aprioristicamente rifiutare un disegno che stravolge la procedura di riforma della costituzione stessa. L’articolo 138 prevede i procedimenti per l’approvazione delle leggi di revisione aventi però un contenuto omogeneo e specifico, se ne possono modificare anche 2 o 3 articoli. Invece, con questo procedimento, che loro stessi qualificano eccezionale, viene ipotizzata  la modifica di ben 69 articoli della Costituzione. E’ qualcosa di eversivo: si ipotizza una sorta di fase costituente, una fattispecie di Assemblea costituente. Di fatto questo Comitato per le riforme eserciterebbe un potere costituente, che non è però consentito dalla vigente Costituzione. Questo ddl 813 è stato presentato su iniziativa del governo. Ma il governo non ha un ruolo nella revisione costituzionale, perché non costituisce indirizzo politico della maggioranza. Questo implica delle distorsioni sul procedimento di revisione, perché viene intercettato da tutti altri indirizzi. La cosiddetta “pacificazione” tra centrodestra e centrosinistra non la si può fare a spese della Costituzione!”.

Ma perché dopo il referendum dell’altra volta, che ha bloccato la deriva berlusconiana e bossiana di stravolgere alcune parti della Costituzione, oggi una parte del centrosinistra sembra disponibile a questo disegno revisionista?
“Perché c’è di mezzo questa “pacificazione”, che si ipotizza dal Capo dello stato in giù. Ma non la si può fare a spese della Costituzione! Fino all’altra legislatura la nostra Costituzione veniva definita dal centrodestra “bolscevica”. Adesso tutti si sono trasformati in filo-costituzionali. La mia preoccupazione è che quando si supererà la fase derogatoria della procedura, prevista dall’articolo 138 della Costituzione, e si arriverà in ipotesi a votare le leggi costituzionali concernenti la modifica sostanziale della Costituzione, temo che gli “spiriti animali”  riprenderanno a ruggire di nuovo controla Costituzionestessa”.


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