Guerra incivile, odore di ricatto. Il caffè del 4 agosto

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Giannelli è il solo che provi a raccontare in prima pagina l’ennesimo pietoso, ipocrita e ricattatorio contrordine impartito dal condannato di Arcore. Nella sua vignetta un drago nano, sovrastato da un enorme San “Giorgio” a cavallo, sputacchia. “voglio la grazia!”.

Le cronache raccontano la giornata più o meno così: il poeta di corte, bianco e levigato, Sandro Bondi pronuncia la frase fatidica “guerra civile”, scoppierà qualcosa del genere – assicura Bond i- se “non si ripristina l’agibilità politica al leader del maggior partito italiano”. Guerra civile? Napolitano prende cappello e il condannato Berlusconi ottiene subito quello che voleva: un colloquio telefonico con il Capo dello Stato. Colloquio in cui “si sfoga”, cioè fa la vittima, e poi chiede aiuto. Napolitano lo sta a sentire e lui dà il contrordine: Alfano, Lupi, Lorenzin, Di Girolamo sono dispensati dal presentarsi questa sera alle 18 in via del Plebiscito, dove il popolo dell’onirica guerra civile si riunirà intorno al Cavaliere disarcionato! Loro, i ministri, hanno una missione diversa: devono stringersi intorno a Letta (Enrico) e tirarlo a fondo, e con lui tirar giù Napolitano. Tocca a quei due, infatti, Letta e Napolitano, placare l’ira del draghetto. Ma vi pare possibile? In 24 ore ecco che un torto lo si fa passare per ragione, una bugia per verità. Per sua colpa, Berlusconi è stato condannato, ma ora pretende di essere risarcito. La guerra civile è solo una licenza poetica del molle Bondi, ma diventa spauracchio da tenere in conto.

C’è dunque, a mio avviso, un cedimento intollerabile dietro i titoli dei tre grandi giornali “indipendenti” o “terzi”. Leggiamoli insieme. Repubblica: “PDL, guerra civile. L’ira del Colle. Tensione dopo le parole di Bondi che il Quirinale definisce irresponsabili”. La Stampa: “Berlusconi, scintille PDL-Colle”. Il Corriere della Sera: “Il Quirinale prova a frenare la crisi”. Come, Ferruccio De Bortoli? Includendo nell’agenda di governo anche la riforma della giustizia? Avallando quel che scrive Bondi sul Giornale: “la magistratura ha gravemente alterato il normale equilibrio fra i poteri dello Stato”? Non è questo ancora più eversivo che aver evocato una onirica guerra civile in difesa di un evasore, concussore e utilizzatore finale di prostituzione minorile?

I giornali del Caimano fanno un passetto in più. Non è l’ira di Re Giorgio ad aver posto un argine alla deriva parolaia. No, é Berlusconi che con la forza della sua “moderazione” ha messo in guardia Quirinale e Palazzo Chigi. Il Giornale: “Napolitano sveglia!” Poi “C’è in gioco la democrazia e il Presidente fa l’offeso”. Libero: “Grazia e non solo. Cosa diremo a Napolitano” Ed è Brunetta che si spiega: “Berlusconi ha provato a pacificare il Paese, ma puntualmente le toghe lo hanno fermato. Ora serve un intervento del Capo Dello Stato, che deve chiedere la riforma della giustizia e valutare la grazia”. Avete capito tutti? I giudici di Cassazione non hanno difeso la giustizia e neppure offeso Berlusconi, che è invulnerabile. No, hanno sabotato la pacificazione in cui si sono impegnati anche Letta e Napolitano

Naturalmente sui giornali c’è anche di meglio. Due citazioni per parte. A destra Giuliano Ferrara spiega che “un governo non cade per una sentenza in Cassazione” E consiglia a Berlusconi di fare “il prigioniero libero”, di far rinascere Forza Italia dagli arresti domiciliari, senza pretendere né “l’apocalisse” (delle elezioni) né la grazia. Su Libero Giampaolo Pansa batte sullo stesso chiodo. Invita il Cavaliere a non fidarsi dei sondaggi e ad affidarsi alle cure di Re Giorgio. “Se volano i falchi, arriva il disastro.

A sinistra, invece, parla Rodotà: “Ora il Pd deve darsi coraggio. Bisogna cercare una maggioranza diversa”, Corriere della Sera. Risponde Gianni Cuperlo su Repubblica: “Non possiamo subire gli ultimatum del PDL, faremo una riforma elettorale con chi ci sta”. E chi ci sta? Secondo Repubblica un Grillo, grullo, sfoglia la margherita sulle spiagge della Sardegna e va chiedendo: “ditemi se allearmi col Pd”! Ieri il capogruppo Nuti ha smentito: mai con il pdmenoelle. Questi continuano imbambolati a guardare le stelle. Non si sono ripresi dalla sbornia elettorale. Speriamo che suoni la sveglia.

Non parlo di Letta (Enrico) perché non trovo interessanti le sue paroline sul “logoramento”, sul governo a tutti i costi oppure no, sul nessuno tocchi il Quirinale. Secondo me, il giovane e promettente democristiano 2.0 deve solo decidere se vuole competere con il Sindaco di Firenze per la leadership del Pd in vista delle prossime elezioni. Oppure se preferisce scegliersi un profilo da Servitore dello Stato senza altri attributi e puntare a un ministero importante nella compagine governativa dopo l’apocalisse o, chissà, facendo i dovuti scongiuri, sul Quirinale. Tutto il resto è fuffa. Comprendo, tuttavia, L’Unità che titola con enfasi. “Letta: aut aut a Berlusconi. Valuterò i toni della manifestazione, Basta tirare in ballo il Quirinale in modo ricattatorio”. Più saggio Staino si occupa della salute di Napolitano: “Il Quirinale furioso con Bondi” dice Bobo. “Le due settimane di vacanza gli hanno fatto bene”.

A proposito di anziani in ottima forma. Jürgen Habermas, filosofo tedesco che ha compiuto in giugno 84 anni, spiega su Repubblica: “La Germania non danza bensì sonnecchia sull’orlo del vulcano”. “Già un anno fa Mario Draghi aveva ammonito che non è legittimo né economicamente sopportabile che una politica economica di singoli paesi porti pericoli e rischi oltre i confini nazionali per i partner”. “La politica europea è caduta (esattamente) in (questa) trappola”. “Se non vogliamo abbandonare l’unione monetaria è necessaria una riforma istituzionale”. Che, certo, è “impopolare” ma “esistono situazioni eccezionali , in cui la capacità di comprensione della realtà e la fantasia, il coraggio e la prontezza ad assumersi responsabilità da parte di chi governa, fanno la differenza”. Hai capito, Letta?

da corradinomineo.it


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