DAMASCO – Gli ispettori delle Nazioni Unite hanno lasciato questa mattina la Siria, al termine della missione per indagare sull’attacco chimico del 21 agosto a est di Damasco.
I 13 esperti dell’Onu, guidati da Ake Sellstrom, hanno varcato a bordo di sette veicoli la frontiera con il Libano per raggiungere Beirut. La loro partenza accresce l’aspettativa per un attacco militare dopo che Francia e Stati Uniti si sono detti pronti a intervenire per dare un segnale al regime di Bashar al-Assad, ritenuto responsabile dell’uso di gas nervini contro i civili. Angela Kane, l’inviata Onu per il disarmo che ha accompagnato gli ispettori in Siria era già partita venerdì per New York e in giornata dovrebbe riferire al segretario generale Ban Ki-moon Il presidente Barack Obama ha affermato di non avere ancora preso «una decisione finale» ma sulla sua determinazione non ha lasciato dubbi quando ha aggiunto che l’uso di armi chimiche in Siria è «una sfida al mondo» e «una minaccia ad alleati degli Usa come Israele, Turchia e Giordania», «una minaccia agli interessi della sicurezza nazionale americana».
Preoccupazioni arrivano da Mosca se le azioni dovessero oltrepassare il Consiglio di sicurezza dell’Onu: “Se si verificassero, attenterebbero gravemente al sistema basato sul ruolo centrale delle Nazioni Unite, dando un colpo serio all’ordine mondiale”, ha tuonato il Cremlino. Il vice ministro degli Esteri Ghennadi Gatilov ha ribadito dal canto suo che il governo russo rimane contrario «a qualsiasi risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che possa essere usata per un’azione di forza contro la Siria».
Nel frattempo una sesta nave da guerra americana ha raggiunto il Mediterraneo orientale dove stazionerà in vista di un possibile attacco contro la Siria. Fonti del Pentagono hanno reso noto che l’unità da trasporto anfibio Uss San Antonio, con a bordo centinaia di marines, si è aggiunta ai cinque cacciatorpediniere americani armati con missili da crociera già presenti nell’area. Le fonti hanno precisato comunque che l’unità è stata aggregata perchè il suo transito dal Canale di Suez, proveniente dal Mar Rosso, era già programmato e non perchè si preveda l’impiego dei marines sul terreno. «Viene tenuta lì per precauzione», ha spiegato la fonte.
Dal fronte siriano arriva invece una uova replica contro il rapporto dell’intelligence Usa, diffuso oggi dall’amministrazione americana, in cui si afferma di disporre di molteplici prove circa l’uso di armi chimicghe da parte delle forze lealiste di Damasco. «Ciò che l’amministrazione americana descrive come prove inconfutabili non sono che stanche leggende fatte circolrare da oltre una settimana da parte dei terroristi», cioè dei ribelli, «con la loro quota di menzogne e di favole interamente fabbricate ad arte», recita una notab del ministero degli Esteri.
da dazebao.it