Francia, Stati uniti, Italia e la nostra crisi

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Sono giorni strani questi dopo il ferragosto del 2013,di attesa per quel che avverrà agli inizi di settembre quando una commissione parlamentare  a ciò deputata dovrà dichiarare, oppure no, la “decadenza” dell’ex presidente del consiglio Berlusconi dalla carica di senatore e, a questo proposito, il calcolo di 14 a 9 previsto non può fugare tutti i dubbi che restano sulla tenuta di una parte non piccola dell’assemblea di Montecitorio.Sono troppo recenti i voti per l’elezione del Capo dello Stato con  101 franchi tiratori nel centro-sinistra (o peggio nel partito democratico) per l’elezione di Romano Prodi per attendere tranquillamente la seduta del 9 settembre prossimo. Tra l’altro, i mass media favoleggiano con insistenza su un messaggio scioccante del cavaliere di Arcore in prossimità della seduta prevista a settembre e in un paese come il nostro non è mai da escludere cambiamenti all’ultimo momento di singoli parlamentari e a volte persino di gruppi parlamentari. Questo dà uno strano senso di incertezza anche a quelli che sembrano più sicuri come gli esponenti del Partito democratico,il giornale dei quali per rassicurarli sembra indicare l’esempio di Palmiro Togliatti,di cui ricorre il cinquantesimo(meno uno)anniversario della morte a Yalta ricordando il ruolo senza dubbio centrale che il segretario del PCI ebbe durante i lavori che diedero origine alla costituzione repubblicana.

Ma il vero problema,diventa persino imbarazzante ripeterlo ancora una volta,non né la durata precisa di questo governo Letta Uno né i prevedibili insulti di Berlusconi contro i giudici e magari il Capo dello Stato,uscito dopo l’ultima Nota(di grande limpidezza a mio avviso)dalle grazie del fortino di Arcore.Il vero problema come pure molti esponenti del Partito democratico(a cominciare dall’ex ministro del Lavoro Damiano ma anche dal candidato alla segreteria Cuperlo) si affannano a ribadire è il futuro dell’Italia e l’indicazione delle priorità che dovrà avere un programma di governo dopo le prossime elezioni. E in questo futuro ci sono le  correzioni al sistema pensionistico,la diminuzione del sistema pensionistico sulle imprese e il lavoro,la soluzione del problema dei centocinquantamila precari della pubblica amministrazione. Dopo aver cambiato,questo è sottinteso,una nuova legge elettorale che cancelli(non modifichi semplicemente) il porcellum. Ma, accanto a temi importanti,come questi non si possono ignorare o mettere in seconda fila problemi come quello del Sud(vi prego di annotare che la regione Calabria governata da  Scopelliti del PDL o di come si chiamerà a settembre,ha già stanziato sette milioni di euro per edificare il museo di Alarico re dei Goti in una situazione economica e sociale che è tra le peggiori del nostro paese),di un piano straordinario da mettere in piedi per l’occupazione sociale;della costruzione di un rinnovato sistema parlamentare che è diverso dalla scelta per ora generica del presidenzialismo di cui ha parlato  Berlusconi. Conseguire simili obbiettivi richiederà una politica economica volta più alla crescita e meno all’austerity di quella che ha caratterizzato l’ultimo anno di governo e un intervento massiccio sulle infrastrutture del Mezzogiorno come le ferrovie,sull’istruzione e sulla ricerca che da troppo tempo a causa degli interventi dei governi populisti languono negativamente,sui fondi europei troppo spesso male investiti o addirittura volti allo spreco generalizzato in buona parte della penisola. Insomma,siamo di fronte  ancora una volta a una svolta decisiva per l’Italia e saranno le classi dirigenti presenti in parlamento e nelle istituzioni a svolgere il compito decisivo,a loro la responsabilità di accantonare la retorica e il populismo e utilizzare chi ha competenza e buona volontà per portare l’Italia fuori dalla crisi. Un  ultimo appunto di cui non ho trovato traccia nel dibattito italiano: perché la sinistra non riesce a far pesare le proprie idee da molti anni a questa parte? E’ colpa dei suoi dirigenti o del cavaliere di Arcore? La risposta sta nella forza mediatica di cui dispone Berlusconi e di quella quasi inesistente della sinistra italiana. Non è una mia affermazione personale ma  come dicono i risultati di indagini demoscopiche è quello che emerge dai risultati elettorali degli ultimi decenni in Italia e negli altri paesi a cominciare dagli Stati Uniti e dalla Francia. C’è da chiedersi perché i vertici del pd non ne prendono una buona volta atto e provvedono a migliorare la propria situazione?E’ un interrogativo a cui nessuno ha ancora risposto.


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