ARTICOLO21 (CIRCOLO DI SAN FLORO) – Neanche le avversità metereologiche possono fermare l’audacia e la professionalità di Pino Scaccia, che ieri sera ha concluso la sei giorni culturale di Art. 21. Ad accompagnarlo con egual tenacia Domenico Monteleone e Nunzia Durante del Roma Art Meeting, co-organizzatori della manifestazione, a fare da contorno, meno intimoriti dall’imminente arrivo del temporale estivo, gli irriducibili ragazzi di art. 21 e il pubblico, che se anche non delle grandi occasioni è stato sempre presente durante le precedenti serate.
Scaccia, nel dispiegare il bandolo della matassa sulla libertà d’informazione, così come da introduzione di Francesco Battaglia, ha voluto mettere in chiaro alcuni concetti fondamentali e cioè che, il ruolo di un giornalista, è quello di riportare i fatti, le considerazioni dovrebbero essere poi lasciate alla pubblica opinione, poiché, come ha riferito di aver appreso dal suo maestro Roberto Morrione, del quale ha espresso grandi apprezzamenti personali e professionali, il giornalismo sano si fa nel momento in cui si mette da parte la visione personale e si informa senza fare sconti a nessuno, rosso, bianco o giallo che sia.
Il convegno, per alcuni versi colloquiale, col pubblico sanflorese si è esteso poi sul ruolo di inviato, di cui Scaccia è stato per anni uomo di punta della Rai, del qual ruolo lo stesso Scaccia ha raccontato i retroscena, quelli che appunto l’obbiettivo della macchina da presa non cattura, dal disagio ad operare in teatri di guerra, quindi ai limiti dei servizi essenziali, sino al patimento della fame e ancor più ragguardevole, al rischio di perdere la propria vita, raccontandoci dei colleghi tristemente uccisi, la cui colpa è stata quella di assolvere alla pubblica funzione di giornalista.
Uccisi… a volte dal fuoco nemico, a volte rapiti e scambiati come merce in trattative di liberazione o rivenduti per mero danaro, ma in altre anche ammazzati perché a essere inviati sul campo, erano giornalisti con una non grande preparazione a fare i reporter in uno scenario di guerra, i quali commettevano l’errore di non inviare subito in redazione il materiale prodotto, diventando quindi mira dell’una o dell’altra forza in campo.
Stimolato poi, anche dalle domande del pubblico, il giornalista ci ha raccontato come oggi per farsi un’informazione precisa della situazione, non basta legge il giornale o andare su internet, ma bisogna ampliare ancora di più il raggio di ricerca della verità e reperimento delle notizie, poiché la maggiore offerta di fonti, implica al tempo stesso una possibile distorsione della realtà.
Solo lo scrocio del temporale, interrompe quasi alla mezzanotte l’incontro con il giornalista, il quale nel salutare il pubblico, che cerca riparo dalla pioggia battente, quasi a rievocare i tristi scenari da egli stesso raccontato, saluta San Floro e i sanfloresi con un arrivederci per un futuro ritorno, autoinvito che organizzatori e pubblico accettano ben volentieri, non per il nome di fama mondiale dell’ospite, ma per la serietà e l’umiltà dimostrata dallo stesso a confronto diretto con la gente comune.
L’appuntamento culmine della IV° edizione della festa della Libertà e della Legalità è fissata per giorno 16 agosto prossimo con l’andata in scena del Consiglio Comunale Aperto della Città di Benarivez!