Compie gli anni Marina Berlusconi, figlia di Silvio, presidente di Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore. I quotidiani riportano la notizia di una sua probabile candidatura alla leadership della riesumata Forza Italia, tramontata la possibilità del padre-pregiudicato di ripresentarsi alla guida del suo schieramento. “La parola d’ordine è quella di non far cadere il livello di emozione e di attenzione dopo la sentenza della Cassazione” ha detto orgogliosamente a Libero l’altro pregiudicato, amico di famiglia, Luigi Bisignani. “Si voterà entro la prima settimana di novembre con Marina Berlusconi nel simbolo e il padre mattatore della campagna elettorale che cavalcherà i temi della giustizia penale, ma soprattutto fiscale”.
Sul fattoquotidiano.it, nel 2011, titolavo un post “Marina Berlusconi premier. Finirà così?” all’indomani della campagna lanciata, sempre da “Libero” (e non solo), per la sua investitura. Fu lei stessa ad affrettarsi a smentire con una precisazione al “Corriere”: “Ad entrare in politica non ho mai neppure pensato, non sarebbe un ruolo per me, mi piace il mio lavoro e il mio posto è nel gruppo Fininvest. E poi, ovviamente, la leadership politica non si trasmette per via ereditaria o per investitura, ciascuno se la deve costruire da sé e conquistare sul campo”.
A soli due anni di distanza ci piacerebbe sapere da lei e soprattutto dal servizio d’ordine mediatico di famiglia, che oggi torna a caldeggiare trionfalmente la sua candidatura, in quali ambiti si sarebbe conquistata sul campo l’agognata leadership politica.
Oggi, chiediamo un impegno solenne al Partito Democratico, a Sel, al Movimento 5 Stelle e a quanti in Parlamento conservano un briciolo di dignità politica e civile: una legge immediata sul conflitto di interessi. Lei forse oggi non lo sa ma sarebbe un bel regalo di compleanno, per impedirle di nuocere al Paese così come ha fatto suo padre in questi venti anni. E per impedire che la farsa si trasformi, nuovamente e inesorabilmente, in tragedia.