I ragazzi di Music for Peace sono bloccati da più di un mese in Egitto. Questa la nota congiunta dei sindaci Giuliano Pisapia e Marco Doria: “Da quasi un mese un gruppo di volontari di Music for Peace partito da Genova per portare a Gaza medicinali, cibo, macchinari utilizzabili a scopi civili a sostegno di una popolazione che vive in una condizione difficilissima, è bloccato in Egitto e non autorizzato a proseguire nel suo viaggio di pace dalle autorità di quel Paese”.
Noi ci uniamo all’appello con la speranza che possano presto ripartire per la loro destinazione e portare a termine questa importante missione umanitaria. Giovedì 25 luglio è stato organizzato un presidio di solidarietà presso la prefettura di Genova. Qui l’evento creato in Facebook. Ed è nata anche la pagina in cui ognuno di noi può mettterci la faccia per Music for Peace:
Riportiamo l’ultimo aggiornamento del diario dal sito di Music for Peace:
Venerdì 19 luglio 2013 – 27° giorno
Volete sapere che novità oggi? Nessuna! E’ un venerdì per tanto giorno di festa. La città è completamente svuotata. Pochi mezzi, quasi nessun’ anima. Noi siamo qui in stanza. Guardiamo con frenesia il telefono. La speranza di ricevere in ogni caso una comunicazione c’è sempre. Lavoriamo in collegamento alla sede in Genova. Sono ormai 26 i giorni di permanenza qui in Alessandria. E’ passato quasi un mese. E’ da ormai molto tempo che ci siamo posti un budget di spesa giornaliera: pasto unico, caffè e acqua. Le ore trascorrono intanto, lente e devastanti. Sono le 15:00. Un boato sordo rimbomba nel cielo e poi di nuovo e un’altra volta ancora. Sono due “caccia militari”. Bassa quota. Velocità massima. Restiamo con il naso per aria qualche minuto. Le bestie metalliche passano ancora. Dimostrazione di forza e potenza militare? Rinforzo su altre zone? Alle 17:00 siamo di nuovo fuori. Cori fortissimi catturano la nostra attenzione. Un’onda interminabile di persone cammina, occupando due corsie di strada, inneggiando al deposto presidente. Uomini; donne; alcuni ragazzi; pochissimi bambini. Tutti applaudono al cielo e cantano. Rivendicano la presenza di Morsi al governo. Siamo in stanza di nuovo. Nessuno di noi si siede. Chi cammina avanti e indietro. Chi continua ad affacciarsi alla finestra…l’occhio scruta il cielo e poi in lontananza, dalla parte opposta del corteo. Chi si accende una sigaretta. Chi si appoggia al muro fissando un punto qualsiasi per terra. Non ci guardiamo, ma pensiamo e tantissimo. In Sidi Gaber, poco lontano da qui, vi è un presidio contro Morsi e pro-Sissi. Nessuno dei nostri contatti in Egitto ha ancora chiamato e neppure inviato un messaggio. Temiamo di avere a breve cattive notizie. Temiamo che si scateni nuovamente l’irrimediabile. Questo, oltre che ad essere terribile perla popolazione egiziana sarebbe determinante, in maniera negativa, per la carovana. Il blocco potrebbe protrarsi per molti giorni ancora. Nella nostra stanza la tensione è alta, palpabile…respirabile. Le lancette dell’orologio non hanno voglia di procedere. Questo venerdì è interminabile… Noi attendiamo domani e anche domenica. Dovremmo avere alcuni appuntamenti molto importanti e decisivi. Per questo motivo, qualora non trovaste il diario nei soliti orari non preoccupatevi: work in progress.
Leggiamo i vostri messaggi e i vostri pensieri. Amici, fratelli, madri, padri, conoscenti… grazie per il supporto… RESISTETE, ce la faremo!
La brutta notizia che temevamo di ricevere nel pomeriggio arriva pochi minuti prima di pubblicare questo diario. Ad El Arish, Sinai, alle 00:00 circa, a seguito di un attacco ad una caserma militare un RPG ha colpito una casa. Tre civili hanno perso la vita. Due morti a Mansura, delta del Nilo, a seguito di scontri tra le due fazioni, pro e contro Morsi.
Più che mai Salam…
Cittadini del Mondo
#Facciamorete, non lasciamoli soli.