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“Se fossi un calciatore o un personaggio famoso non avrei incontrato così tanti ostacoli e oggi sarei già cittadino italiano”

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“Gentile Articolo21, Mi rivolgo a Voi quali professionisti della comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica  portando a conoscenza una situazione che mi riguarda personalmente ma che, secondo me, ha una valenza di interesse generale. Sono un cittadino palestinese di religione cristiana (Chiesa Greco-Ortodossa) costretto a lasciare Gaza per le ragioni che si possono intuire”. Così scrive ad Articolo21 Saad Tarazi, giovane ingegnere di origini palestinesi, che vive e lavora in Italia dal 2004 dove ha conseguito una laurea e successivamente un master nel settore orafo. Ora vorrebbe avere la cittadinanza italiana ma le leggi vigenti non glielo consentono. Ed è lui che ce lo spiega in questa lettera che, attraverso Articolo21 rivolge ai media.

“Sono arrivato in Italia il 30 dicembre 2004 ed ho ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di studio. Dal mio arrivo in Italia, ho conseguito una laurea in Scienze e Tecnologie Orafe presso l’Università Milano Bicocca e dopo ho frequentato il Master in Ingegneria nel settore orafo presso il Politecnico di Torino, sede di Alessandria. Durante tutti questi anni ho pagato le tasse universitarie, mantenendomi grazie a un lavoro part-time presso la Fondazione “la Vincenziana”, dove svolgo servizi di guardiano notturno.
Attualmente lavoro presso un cooperativa  (progetto integrazione) aiutando gli stranieri residenti in Italia ad integrarsi nella società italiana in qualità di mediatore culturale avvalendomi della conoscenza di diversi lingue estere.
Il 15 ottobre 2008 ho presentato la domanda per la richiesta d’asilo politico, ed il 6 novembre 2008 ho ottenuto lo Status di rifugiato politico.
In data 9 settembre 2010 ho presentato la domanda presso la Prefettura di Milano per ottenere la cittadinanza italiana. A un anno dalla domanda, ho ricevuto comunicazione dalla Prefettura da cui si deduce che per concedere la cittadinanza si tiene conto non da quanti anni sono in Italia (dal 2004) ma della data in cui ho ricevuto lo Status di rifugiato politico, nel mio caso il 6 Novembre 2008, e solamente da tale data partono i cinque anni dopo i quali viene concessa la cittadinanza.
Successivamente ho fatto ricorso al TAR , con esito positivo. Qualche giorno dopo il mio avvocato ha inviato tutti i documenti alla prefettura di Milano,per ottenere la concessione della cittadinanza italiana, ma il parere espresso dalla prefettura è stato negativo.

Visto i risultati negativi ottenuti vagliando tutte le possibilità che la normativa italiana mi ha consentito, non mi resta che rivolgermi a Voi media come ultima speranza di ottenere la cittadinanza in età giovanile utile per poter spendere il mio titolo di studio nel mondo del lavoro. Infatti mi è stato offerto di lavorare presso una importante azienda orafa nel Canton Ticino, Svizzera, ma purtroppo lo Status di rifugiato politico è incompatibile con la normativa dell’Ufficio svizzero di Immigrazione, mentre se avessi la cittadinanza italiana, potrei lavorare come “frontaliero”, senza neppure togliere la possibilità di impiego ad alcuno in Italia.
La mia famiglia Vive in Australia, anche loro sono rifugiati, ho chiesto il visto all’ ambasciata australiana per andare a vedere la mia famiglia però loro hanno rifiutato il visto perché io sono un rifugiato in Italia.

Sono convinto che se fossi un calciatore o un personaggio famoso o se solo avessi presentato la richiesta di asilo politico subito dopo il mio ingresso in Italia, non avrei incontrato così tanti ostacoli e oggi sarei cittadino italiano già da tempo. La cittadinanza è molto importante  per il mio futuro professionale ed anche affettivo, infatti un parte del mio cuore varca i confini nazionali per andare in Australia per accostarsi accanto alla mia famiglia ove anche loro sono dei rifugiati in politici.

Da quanto su esposto se vince la necessità nonché l’emergenza di ottenere l’agognata cittadinanza italiana, voglia l’illustrissimo Presidente della Repubblica concedermi la cittadinanza italiana perché di questo paese io mi sento di  farne parte nonché di contribuire(nel mio piccolo) all’economia e di essere integrato a pieno titolo nella società italiana e quindi avere la possibilità di potermi costruire una famiglia e di avere un futuro”.


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