Le parole di Obama, quelle di Rohani e quelle di alcuni nomi di peso dell’establishment Usa fanno capire che forse il disgelo è possibile.
di Ali Izadi
L’elezione di Hassan Rohani alla Presidenza della Repubblica iraniana ha diffuso la speranza di un miglioramento dei rapporti con l’Occidente e in particolare con gli Stati Uniti.
Non c’è dubbio che le decisioni di fondo in Iran spettano sempre non al Presidente della Repubblica ma alla Guida della Rivoluzione, cioè all’ayatollah Khameney, ma molti ritengono con una qualche fondatezza che “consentendo” l’elezione di Rohani la Guida abbia riconosciuto di dover cambiare approccio diplomatico: ha capito cioè che per sopravvivere lui e il suo regime devono rapportarsi diversamente all’Occidente, in particolare a Stati Uniti e Gran Bretagna.
William Miller, il numero uno di ” Search for Common Ground “, cha ha una grande esperienza riguardo all ‘Iran dal 1959 , alcuni giorni fa in un’intervista con Common Ground News, ha detto che una strada è il legame culturale fra Iran ed America , proprio quello che ha detto seyed Hassan Rohani in un recente dibattito televisivo: ” l’arte potrebbe essere considerata come un grande strumento diplomatico. ”
Pochi giorni fa il presidente Obama, nel corso di una trasmissione della rete televisiva statunitense PBS , ha fatto un accenno importante: le sanzioni contro l’Iran derivano dalla non trasparenza del programma nucleare , quindi se il governo iraniano chiarirà un po’ i contorni e i limiti del suo programma, anche gli Stati Uniti dovranno riconsiderare, rivedere e magari abolire l’embargo, o parti di esso. Anche perché, ha aggiunto, queste sanzioni colpiscono soprattutto la popolazione iraniana.
E questo è uno dei motivi principali per cui gli iraniani hanno scelto Rohani: pensano che lui abbia il coraggio e la mentalità necessari ad aprire il dialogo con l’Occidente .
E’ interessante notare che in questo contesto 29 ex politici Statunitensi, direi 29 nomi grossi dell’establishment, una settimana fa hanno scritto a Barak Obama : ” secondo noi il suo governo deve capire che la presenza di Rohani rappresenta un’ opportunità , quella di negoziare, e quindi vanno evitati comportamenti che spingano a un nuovo scontro”.
Forse ci sono le condizioni per raggiungere un qualche punto d’intesa.