Ieri il presidente democratico il nero Barak Obama ha ammesso: “La razza in America è ancora un problema”. A migliaia di chilometri di distanza l’ assessore leghista Agostino Pedrali (nella foto)da un comune di 8mila anime bofonchiava: “Non volevo offendere nessuno, solo sdrammatizzare, sono stato maldestro”. Alla faccia del maldestro, lui che da ieri è indagato per diffamazione aggravata dall’odio razziale per aver aperto una pagina fb denominata “separate alla nascita” su cui ha pubblicato l’immagine di una scimmia accanto a quella del ministro per l’ Integrazione accompagnata dal seguente commento: “Dite quello che volete ma non assomiglia ad un orango? Dai, guardatela bene”. Stesso luogo, stessa giunta, stessa appartenenza politica e soprattutto stesso argomento: il colore della pelle. Nel 2009 quegli stessi leghisti di Concesio, nel bresciano, finirono sulle pagine del Guardian per l’operazione «White Christmas»: censimento finalizzato alla caccia ai migranti senza lavoro in un periodo di crisi economica. Allora il protagonista era l’assessore alla Sicurezza Claudio Abiendi, oggi quello ai servizi Sociali Pedrali. Quattro anni dopo il primo cittadino del paese si è comportato come nel 2009 fece il parroco. “Mi aspetto che Pedrali faccia un gesto di responsabilità dimettendosi”. Mentre all’epoca il sacerdote assicurava: “Abbiamo preso contatti con l’amministrazione per avere chiarimenti. Per quello che sappiamo dovrebbe trattarsi di un controllo di tipo statistico-anagrafico, escludendo così ogni intento razzista”. Concludendo con: “ L’assessore alla sicurezza probabilmente voleva riferirsi alla canzone natalizia, ma in ogni caso era una scelta che andava evitata”. Insomma sono tutte piccole distrazioni di “forma”. Sarà forse per questo che la Cgil di Brescia insieme all’Associazione avvocati per Niente di Milano ha vinto tutte le cause presentate contro le numerose delibere discriminatorie tra cui spiccano: affitti, bonus bebè e premi per rendimenti scolastici limitati ai soli italiani oppure l’obbligo per le coppie straniere intenzionate a sposarsi di presentare il permesso di soggiorno. Il tribunale in tutti questi casi ha condannato e imposto risarcimenti alle amministrazioni locali che ovviamente pagheranno con i soldi dei contribuenti. In tempi di patti di stabilità sarebbe bene il caso di iniziare a far pagare di tasca propria queste “leggerezze”. In ogni modo il giudizio sembra arrivato dalle urne dove ormai i leghisti risultano sempre meno pervenuti.