Immaginate di trovarvi in un luogo in genere affollato, un cinema, un teatro, un treno, e di vedere un posto occupato da un oggetto: una borsa, un libro, uno zaino, un giornale. Il tempo passa, lo spettacolo o il viaggio finiscono, e quel posto è rimasto vuoto, quell’oggetto, lì. Vi resterà il ricordo di quell’assenza e vi chiederete il perché. E questo è lo scopo di “Posto Occupato” un’ iniziativa nata da una riflessione di Maria Andaloro, editrice del settimanale online www.lagrandetestata.com “Posto occupato” è un pensiero, un dolore, una reazione che ha cominciato a prendere forma a mano a mano che i numeri delle donne uccise cresceva e insieme cresceva dentro anche l’indignazione. Ognuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana. E noi quel posto lo vogliamo tenere per loro, perché la quotidianità non ponga un velo sempre più spesso sulla loro scomparsa.”
La permanenza nel tempo e nello spazio di quegli oggetti simbolizza un’assenza che avrebbe dovuto essere presenza, se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo che ha manifestato la sua bestiale mediocrità chiamandola “amore”, e che invece non è che disprezzo per la donna che aveva vicino. Disprezzo e senso di inadeguatezza per la sua individualità, la sua autonomia. Gesto ultimo e feroce per stabilire la proprietà. Come fosse la “roba “ di Giovanni Verga.
La scomparsa di queste donne non deve essere seppellita dalle altre notizie che ci raggiungono ogni giorno e con ogni mezzo. Bisogna invertire la rotta, incoraggiare chi si trova a vivere situazioni a rischio a chiedere aiuto, ricordare di non sottovalutare gli atteggiamenti di chi vuole una compagna succube: chi picchia una donna non la ama, mai. E può uccidere.
“Posto Occupato” è partito il 29 giugno dall’anfiteatro della villa Comunale di Rometta (Messina) luogo di nascita di Maria Andaloro.
La prima fila dell’anfiteatro è stata occupata da un paio di scarpe rosse, un mazzo di chiavi, accanto una borsa. Oggetti cristallizzati per sempre , testimoni di questi delitti ormai seriali. Da Rometta parte la speranza che , come per un contagio, anche altre città italiane partecipino a “Posto Occupato”, magari nei Servizi Pubblici, negli uffici postali, treni, metropolitane. In tutti i luoghi, insomma, del nostro vivere quotidiano. L’oggetto che occupa quel posto, proprio quello, potrebbe appartenere a una donna che invece è stata uccisa, e ne certifica l’assenza dolorosa, la mostruosità di quello che le è accaduto.
Invitiamo a scaricare dal sito www.postoccupato.org il file del logo simbolo dell’iniziativa, stamparlo e posizionarlo, nel “posto” che dedicherete, in maniera permanente o occasionale, a manifestare l’adesione a questa campagna contro la violenza, in tutte le sue forme, nei confronti delle donne.
Questa iniziativa si rivolge ai singoli cittadini così come alle Istituzioni, le Associazioni e agli Enti di ogni genere, che possono manifestarci il loro sostegno con una semplice firma o in tutti i modi che riterranno opportuno.
Inviate foto, comunicati, attestazione di adesione, e saranno pubblicati sul sito.
Per adesioni e informazione
info@postoccupato.org
www.postoccupato.org